Ospedale di Orvieto: tac fuori uso, paziente aspetta due ore al Pronto Soccorso

ORVIETO – Due ore di attesa per una semplice tac. 120 minuti di ansie e perplessità trascorse al Pronto Soccorso prima che il paziente fosse trasferito all’ospedale di Terni.

«Mio padre era già stato colpito da un’ischemia celebrale 4 anni fa, ischemia che gli ha paralizzato un lato del corpo e tolto completamente l’uso della parola, anche a causa di un ritardo nei soccorsi – racconta la figlia Elisa a “Il Messaggero”.

La mattina del 1° novembre si è svegliato e non aveva più sensibilità alle dita del piede e non riusciva più a muovere la gamba. Con la nostra precedente esperienza abbiamo subito chiamato l’autoambulanza di Orvieto».

I sanitari del 118 vista la gravità della situazione hanno chiesto il trasferimento dell’uomo all’ospedale di Orvieto.

«Arrivati in ospedale – continua a raccontare Elisa – pensavo che di corsa lo avrebbero trasferito all’azienda ospedaliera di Terni dal momento che c’era e c’è il sospetto che si sia trattato di un’ischemia transitoria, da verificare con altri esami a cui verrà sottoposto nei prossimi giorni».

Prima di effettuare la tac invece hanno dovuto aspettare diverse ore.

«Ci hanno detto che non c’era il medico reperibile, che sarebbe dovuto salire m ambulanza. Com’è possibile essere trattati così, di fronte ad un paziente nelle condizioni di mio padre, con un’esperienza del genere alle spalle, con una sospetta ischemia in corso? In casi come questi i minuti sono vitali. Parlo avendo vissuto quattro anni fa un dramma che ha ridotto mio padre quasi come un vegetale. Per far partire l’ambulanza ho dovuto minacciare di chiamare i carabinieri e giuro che lo avrei fatto».

Dal pronto soccorso, invece, la situazione sembrerebbe di prassi. «Viste le condizioni del paziente – spiega il responsabile il dottor Alessio Gamboni – si è ritenuto di fare una tac in urgenza differita (poiché le condizioni del paziente erano sì critiche ma non a tal punto da indicare un’azione immediata, ossia entro poche ore, ndr).

Il medico reperibile è stato avvisato in tempi utili ma trattandosi, come detto, di urgenza differita, il paziente non doveva essere trasferito d’urgenza. Alla fine abbiamo fatto partire l’ambulanza con il medico del 118 poiché, essendo a pochi minuti il medico reperibile, avremmo potuto garantire la copertura sanitaria al pronto soccorso. Purtroppo, dobbiamo far fronte alle urgenze con le nostre possibilità».

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