Papa Francesco ha ricevuto i membri dell’Associazione Musei Ecclesiastici Italiani. L’Umbria con monsignor Marco Salvi
PERUGIA – Anche una delegazione dall’Umbria, in rappresentanza dei Musei ecclesiastici delle otto Diocesi e degli Istituti religiosi, guidata da mons. Marco Salvi, vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve e delegato Ceu per la rete museale ecclesiastica regionale, è stata ricevuta in udienza privata da papa Francesco, venerdì 24 maggio; incontro promosso dall‘Associazione Musei Ecclesiastici Italiani (AMEI). «In un momento così delicato per il sistema museale italiano e l’intero settore dei beni culturali ecclesiastici – commenta Domenica Primerano, presidente dell’AMEI – l’attenzione del Santo Padre a questa realtà è stato un segnale estremamente positivo, che va colto con entusiasmo».
«Il Santo Padre – racconta mons. Salvi – ci ha riservato una grande accoglienza e abbiamo avuto modo di raccontargli la funzione dei Musei ecclesiastici che non sono luoghi polverosi ma di vita, desiderosi di partecipare sempre più e sempre meglio alla missione della Chiesa».
Nel discorso consegnato ai partecipanti, dato per letto, papa Francesco, sottolinea mons. Salvi, «ha apprezzato le realtà museali ecclesiastiche italiane accomunate da una medesima missione, quella, scrive il Santo Padre, di “documentare visibilmente il percorso fatto lungo i secoli dalla Chiesa nel culto, nella catechesi, nella cultura e nella carità. È necessario integrare la storia, la cultura, l’architettura di un determinato luogo e rendere tutto questo accessibile a tutti. Per questo il museo deve porsi in relazione con il territorio”».
«Per il Papa – prosegue il vescovo delegato Ceu – i musei sono chiamati a dare il loro contributo “per migliorare la qualità della vita delle persone, creando spazi di relazione e occasioni per creare comunità. Nei grandi centri come nelle piccole città il museo sostiene la consapevolezza di una identità che ‘fa sentire a casa’. Sempre e per tutti aiuta ad alzare lo sguardo sul bello”».
«L’incontro con papa Francesco – commenta mons. Salvi – è stato emozionante e, nel contempo, stimolante soprattutto per gli operatori più giovani della nostra rete museale, riservando loro queste parole: “I musei in cui operate rappresentano il volto della Chiesa, la sua fecondità artistica e artigianale, la sua vocazione a comunicare un messaggio che è Buona Notizia. Un messaggio non per pochi eletti, ma per tutti. Tutti hanno diritto alla cultura bella! Specie i più poveri e gli ultimi, che ne debbono godere come dono di Dio”».
Il Papa, evidenzia mons. Salvi, «ha sottolineato anche l’importanza del dialogo con gli artisti contemporanei dicendo che: “È un lavoro di sapienza e di apertura, non sempre apprezzato; è un lavoro di frontiera, indispensabile per continuare il dialogo che la Chiesa sempre ha avuto con gli artisti. L’arte contemporanea recepisce i linguaggi a cui specialmente i giovani sono abituati”».