Perugia, in cento allo stadio per ricordare Renato Curi

PERUGIA – Sono passati trentotto anni da qual maledetto 30 ottobre del 1977, quando un giovane centrocampista appena ventiquattrenne di un Perugia che si apprestava a diventare grande vide fermarsi improvvisamente ed inaspettatamente il suo cuore. In un pomeriggio piovoso si giocava un Perugia – Juventus che concesse poco o nulla allo spettacolo e, trascorsi cinque minuti dall’inizio della seconda frazione, il numero 8 di allora si accasciò al suolo, perdendo la vita poco dopo per arresto cardiaco. Per ricordarlo, come è prassi oramai annuale, è stata organizzata una messa in sua memoria nel piazzale antistante gli spogliatoi e anche questa volta la partecipazione è stata massiccia. Erano infatti circa un centinaio le persone, tra tifosi, gente comune e rosa del Grifo attuale al gran completo, dirigenti ovviamente compresi, che hanno voluto ricordare, proprio nello stadio che dal 26 novembre di quell’anno porta il suo nome, la generosità di un ragazzo che è morto sul campo dando tutto quello che aveva per i colori biancorossi. Forse se anche allora ci fossero stati i defibrillatori Renato su  sarebbe potuto salvare, ma il contributo offerto alla causa nei tre anni che vestì la maglio biancorossa ancora oggi non è passato sotto silenzio e non poteva essere altrimenti. Fu lo stesso Curi uno dei protagonisti della prima promozione del Perugia nella massima serie datata 1974/75 ma soprattutto nessuno può dimenticare, l’anno successivo, il gol segnato alla Juve all’ultima giornata che in pratica le costò lo scudetto appannaggio del Torino. Dopo aver sfiorato l’approdo in Coppa Uefa nel 1976/77 sia il Perugia che Curi avevano iniziato nel migliore dei modi l’ultima annata, quella maledetta. I biancorossi, prima di quel Perugia – Juve, avevano raggiunto un sorprendente primo posto, insieme ai bianconeri, al Milan e al Genoa. Poi, al minuto numero 55, tutto svanì, in una maniera che ancora oggi tutti faticano a comprendere. Il clima che si respirava è stato ovviamente quello di grande emozione e commozione, soprattutto sul finire della cerimonia, quando suo figlio Renatino, al microfono, ha voluto ringraziare tutta la città di Perugia per l’affetto tributato ancora oggi a suo padre. Anche perchè calciatori, ma soprattutto uomini di tale statura morale non possono certo essere dimenticati.

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