Rifiuti, Auri e Regione in Seconda commissione: nessun aggiornamento del Piano regionale

PERUGIA – Nessun aggiornamento del Piano regionale dei rifiuti in agenda. Lo hanno detto oggi Giuseppe Rossi dell’Auri e dall’assessore regionale Fernanda Cecchini, ascoltati a Palazzo Cesaroni dalla Seconda commissione, presieduta da Eros Brega.

La seduta di oggi fa seguito alla presentazione dei dati relativi alla sistema regionale dei rifiuti (https://tinyurl.com/aurisecondacommissione), in seguito alla quale il presidente Brega ha stabilito di approfondire l’argomento con una serie di audizioni, che nei prossimi giorni riguarderanno anche i rappresentanti delle più importanti aziende di gestione dei rifiuti. Verrà anche nuovamente inviato il presidente dell’Auri, Cristian Betti, che oggi non è intervenuto per altri impegni istituzionali.

I PUNTI CRITICI DEL SISTEMA. Aprendo i lavori della Commissione Eros Brega ha
spiegato i motivi per i quali è stato ritenuto necessario approfondire ulteriormente quanto emerso in merito alle criticità del sistema regionale di gestione e trattamento dei rifiuti. Tra questi la capienza residua delle discariche regionali, l’efficienza reale degli impianti di differenziazione dei rifiuti, il rispetto delle percentuali di riciclo previste dalla
normativa, le origini delle attuali difficoltà nell’individuazione del sistema di chiusura del ciclo, le tempistiche per la produzione del css e per la revisione del Piano rifiuti.

LE PROSPETTIVE. Dai report presentati da Rossi e Cecchini è emerso che non è in programma un aggiornamento del Piano regionale dei rifiuti. Ciò potrà avere luogo solo se questa esigenza emergerà dal Piano di Ambito unico regionale, previsto per la fine del 2018. Documento che sarà preceduto da un Piano preliminare, entro la fine del 2017, in cui verranno individuate le principali priorità e direttrici nella definizione del Piano d’ambito, tenendo conto dei principi dell’economia circolare e la strategia rifiuti
zero. Per redigere il Piano d’ambito si dovrà passare per la valutazione ambientale strategica (vas) poi sarà sottoposto alla Giunta regionale per l’approvazione. Questo consentirà di individuare il gestore unico dei rifiuti regionale (oggi sono circa 20) anche se ci sono contratti stipulati dai singoli Ati con singoli gestori che andranno a scadenza solo tra diversi anni. Il raggiungimento degli obiettivi percentuali della raccolta differenziata solo in alcune aree della regione sarebbe legato alla differente efficienza impiantistica ed anche al diverso attivismo delle  Amministrazioni locali: particolarmente importante sarebbe un adeguamento degli impianti mirato a ridurre ad un livello fisiologica la quantità di materiali riciclati che poi finiscono comunque in discarica a causa di problemi nella raccolta e nella successiva selezione. Il passaggio alla
raccolta ‘porta a porta’ in tutte le città della regione ed il conseguente abbandono dei cassonetti stradali dovrebbe portare benefici in termini di quantità ma soprattutto di qualità del materiale raccolto e avviato al recupero ma anche, di conseguenza, di quello destinato alla termovalorizzazione come combustibile solido secondario (css).

Gli impianti non saranno più a servizio di un singolo Ati ma di tutto il sistema regionale. Le discariche, viene stimato, potranno accogliere rifiuti fino al 2024, in assenza di forti incrementi della raccolta differenziata, dell’attivazione di una filiera del css e se non ci sarà un incremento della produzione legato alla fine della crisi economica. Le attuali difficoltà nel ciclo dei rifiuti, è stato infine spiegato, non dipendono da problemi di
programmazione ma dal mancato adeguamento di impianti che gestiscono il 40 per cento dei rifiuti regionali. L’accordo con la Regione Marche per l’invio dei rifiuti verrà perfezionato dalla Giunta solo sei i gestori coinvolti presenteranno un programma che spiega come affrontare i problemi del ciclo dei rifiuti ed uscire dall’emergenza.

Durante la seduta numerose domande e sollecitazioni sono giunte dai consiglieri regionali presenti. Emanuele FIORINI (Lega nord) ha sottolineato che nella città di Terni la Tari sarebbe aumentata di molto senza un corrispettivo miglioramento dei servizi mentre ad Orvieto la discarica dovrebbe essere ampliata senza che siano stati svolti gli approfondimenti richiesti con una mozione approvata dall’Assemblea; Andrea LIBERATI (M5S) ha sottolineato che i singoli Ati avrebbero bandito gare con i gestori della durata di 15 anni, impedendo quindi di fatto di arrivare ad un gestore unico
fino al 2033; Valerio MANCINI (Lega) ha rilevato che non c’è stata chiarezza sulla gestione dei rifiuti e sui dati della raccolta differenziata mentre le discariche rischierebbero di esaurirsi in tempi più brevi di quanto dichiarato; per Claudio RICCI (Rp) sarebbe necessario dotare l’Auri del personale necessario e prevedere un sistema di piccoli impianti diffusi sul territorio, in modo da trattarli lì dove vengono prodotti; secondo Raffaele NEVI (Forza Italia) le discariche rischierebbero di esaurirsi rapidamente e sarebbe quindi necessario avviare rapidamente la produzione di css, non contando troppo sugli effetti della raccolta differenziata, ma tenendo invece conto dell’aumento della produzione legato alla fine della crisi.

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