Sanità, aziende con conti in ordine ma difficoltà nel recupero crediti

PERUGIA – Un quadro a luci e ombre quello che è emerso a Palazzo Cesaroni dall’audizione dei presidenti dei Collegi sindacali delle aziende ospedaliere di Perugia e Terni e dell’Azienda Usl 2, ascoltati dal Comitato di monitoraggio, presieduto dal consigliere Raffaele Nevi. L’argomento era quello delle relazioni stilate sui bilanci 2016 delle tre strutture sanitarie.

Tra le problematiche emerse rispetto all’Azienda ospedaliera di Perugia, il mancato pagamento del ticket per le prestazioni sanitarie, la scarsa omogeneità nelle richieste di acquisto attraverso la centrale unica, la mancanza di un inventario fisico e contabile dei beni strumentali, le proroghe e il frazionamento dei contratti; per l’ospedale di Terni è emerso un quadro sostanzialmente positivo; rispetto all’Asl 2 sono state rimarcate
le difficoltà incontrate e legate alla fusione tra due Aziende. Registrato un depauperamento relativamente al reintegro dell’area amministrativa contabile.

Illustrando le relazioni presentate e rispondendo alle domande dei commissari, Domenico Ciafardoni (presidente collegio sindacale dell’Azienda ospedaliera di Perugia, nominato dal ministero della Salute) ha spiegato che “negli ultimi 3 anni i risultati di bilancio sono stati positivi, economicamente e dal punto di vista finanziario, una gestione equilibrata che ha consentito di coprire perdite relative agli anni precedenti al 2006. Le
problematiche riscontrate riguardano i crediti (alcuni milioni di euro) che l’Azienda non riesce a riscuotere per i ticket sanitari di pronto soccorso in orari di chiusura delle casse ticket e per prestazioni a favore di soggetti in difficoltà, soprattutto stranieri: nonostante i solleciti circa il 50 percento dei soggetti non paga quanto dovuto. Per fare fronte a questo problema è stato promosso un bando di gara per l’assegnazione a strutture
legali organizzate per le azioni di recupero dei crediti. Dal controllo a campione sulle delibere abbiamo riscontrate anomalie su frazionamenti e proroghe dei contratti mentre si registrano problemi con le gare assegnate alla centrale unica degli acquisti, perché ogni struttura sanitaria invia al Cras le proprie richieste, spesso non omogenee tra loro. Ad oggi non esiste un inventario fisico dei beni strumentali dell’Azienda messo in relazione
con l’inventario contabile: per realizzarlo è stata bandita una gara”.

Roberto Belli (presidente collegio sindacale dell’Azienda ospedaliera di Terni, nominato dal ministero della Salute): “Siamo stati nominati il 9 febbraio 2016 e sin da quando ci siamo insediati abbiamo trovato un’Azienda in ordine sia a livello finanziario che economico. Abbiamo eseguito riscontri a campione, comunque a 360 gradi quindi oltre che su delibere e determine, anche sui costi del personale e comunque su ogni settore aziendale, fino al magazzino della farmacia. I pagamenti ai fornitori vengono sostanzialmente effettuati nei 60 giorni previsti. La situazione finanziaria dell’azienda è
positiva con un saldo di cassa medio che va dai 25 ai 30 milioni di euro. Ci sono tuttavia lati negativi dal punto di vista contabile, come il fondo di dotazione dell’azienda che risulta negativo (capitale sociale), ma che deriva da una quadratura dei crediti e debiti del 2010. Ci risulta che la Regione abbia inserito appositi fondi per ripristinare questo fondo di dotazione con segno positivo. Nel 2016 sono stati incamerati per coprire il gap iniziale 1,5 milioni di euro (il fondo di dotazione era negativo per circa 4 milioni
di euro). In merito all’ipotesi d’acquisto da parte dell’azienda di un immobile di proprietà dell’Ater, stiamo sorvegliando una situazione su cui non c’è ancora un atto deliberativo. L’eventuale acquisto servirebbe per migliorare la divisione ed il servizio che attualmente viene svolto negli spazi ospedalieri. Si tratta di una struttura limitrofa all’ospedale che
faciliterebbe gli spostamenti di alcuni laboratori e servizi. Avrebbe un costo di 6 milioni di euro e, quando si avranno delibere più precise, sarà nostra cura capire come verrà eventualmente finanziata questa operazione, sia per l’acquisto che per gli interventi di ristrutturazione necessari”.

Goffredo Maria Copparoni (presidente collegio sindacale dell’Azienda USL 2): “Si tratta di un’Azienda che deriva da altre due Aziende (3-4) quindi la fusione è stata ardua, non soltanto da un punto di vista tecnicistico, ma in considerazione di due strutture completamente diverse. Non c’è una rendicontazione ex ante rispetto alla spesa farmaceutica, relativamente alla specificità di alcuni costosi medicinali antitumorali. L’azienda è in difficoltà per l’apertura delle liste in Lazio e Campania, dunque con una
migrazione da parte di chi attendeva da tempo ed aveva ripiegato sull’Umbria esclusivamente come primo impiego. Relativamente al sisma dello scorso anno, ci sono alcune sedi amministrative ancora chiuse, come quella di Foligno (centro storico) e con strutture ospedaliere ancora fatiscenti. C’è poi un depauperamento, solo oggi affrontato dalla Regione, relativamente al reintegro dell’area amministrativa contabile. Per quanto attiene i rinnovi contrattuali risulta un atteggiamento dell’azienda costruttivo nei confronti dell’organo di revisione per ridurre sempre di più i rinnovi non autorizzati
da piattaforma Consip o Cras regionale. Si registra comunque un equilibrio di bilancio di tutto il triennio. C’è un’unica modalità contabile software di tutte le Aziende sanitarie regionali e questo rappresenta un’eccellenza a livello nazionale. I tempi di pagamento dei fornitori sono di circa 30 giorni. Il bilancio di previsione rappresenta uno strumento funzionale perché arriva nei tempi giusti per poter rappresentare un metodo di confronto con il bilancio trimestrale fino a quello annuale. L’Umbria, insieme soltanto all’Emilia Romagna, è la Regione ad aver provveduto entro i termini alla stesura del piano quadriennale relativo al Pac (Piano attuazione certificazione) che rappresenta la base primaria per la stesura del bilancio consolidato in materia di salute”.

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