Sanità, Romanelli (Cgil): “Servono interventi strutturali e una sede ospedaliera per l’area di Narni-Amelia”

TERNI – “Servono interventi  strutturali in tutte le aziende sanitarie dell’Umbria del Sud”. La Cgil pone l’accento su un tema che in questi giorni ha visto diversi interventi in merito. Si torna a discutere di sanità, di strutture sanitarie, e di pazienti.

Per il sindacato “c’è la necessità di interventi strutturali a partire dalla realizzazione di una sede ospedaliera per l’area Narnese-Amerina. Una struttura dedicata alla riabilitazione, con alcuni servizi di pronto intervento, integrati territorialmente con l’Azienda Ospedaliera Ternana.

Continuiamo a pensare utile la presenza delle due Usl, con l’idea di area vasta ad esse connesse. L’antica discussione sui livelli istituzionali non è funzionale all’idea di sanità regionale integrata tra presidi ospedalieri e servizi territoriali”.

Sull’azienda unica il sindacato non ha dubbi: “Non interessa l’ipotesi di un’unica azienda perché questa non risponde ai livelli dei servizi nel territorio. Le restrizioni già avvenute non hanno portato maggiori benefici alle persone che noi rappresentiamo. Invece la riflessione in essere, avrebbe dovuto integrare le aziende ospedaliere di alta specialità con i servizi di sanità territoriale sociale anche attraverso l’istituzione della Casa della Salute con una maggiore relazione con i medici di base.

Questo modello di sanità largamente disatteso, è la scommessa che la Regione deve compiere rispetto ai bisogni che la crisi economica degli ultimi anni ha evidenziato e aumentato a livello esponenziale”.

Altro tema sul quale la Cgil torna con forza riguarda l’invecchiamento della popolazione. “Questo, è l’altro elemento da valutare in un sistema di maggiore integrazione per evitare l’ospedalizzazione delle persone anziane.

Vogliamo partire da questo per ripensare un nuovo regolamento che veda e promuova forme di integrazione legate ai bisogni reali delle persone.

Il confronto e la costruzione di nuove politiche per il welfare, aggreganti e garantite non potranno mai scindersi da quello che sono gli interessi delle tante comunità di cittadini che fanno dell’Umbria una regione di confine ma anche di unione come sostenuto nel progetto Civiter”.

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