Sicurezza e alcol, le criticità dell’ordinanza comunale: Confcommercio presenta le sue proposte

TERNI – Una ordinanza difficile da applicare, con diverse criticità, che andrebbe affiancata da altri provvedimenti per regolamentare le modalità di consumo di alcol in luoghi pubblici e, soprattutto, facendo ricorso agli strumenti della pianificazione urbanistica a disposizione dell’amministrazione comunale affrontando e definendo il tema delle “aree sature”, a tutela degli interessi degli operatori e dell’intera comunità cittadina.

Queste, in estrema sintesi, le osservazioni di Confcommercio Terni sull’ordinanza del Comune di Terni in materia di limitazioni nella vendita di bevande alcoliche, inviate oggi al sindaco della città.

“Confermiamo la nostra disponibilità a collaborare con il Tavolo tecnico integrato e con tutti i soggetti interessati, nell’intento di contribuire alla definizione di misure che favoriscano una tranquilla socializzazione nelle zone del centro, valorizzando i molti aspetti positivi della “movida cittadina”.

Tale funzione consultiva e partecipativa – sottolinea Stefano Lupi, presidente Confcommercio Terni – rappresenta del resto il fattore distintivo della nostra associazione di rappresentanza. Nel merito dei contenuti del provvedimento, pur avendo ben compreso che le limitazioni riguardano esclusivamente la vendita per asporto di bevande alcoliche, ci preme evidenziare le possibili difficoltà nell’applicazione dell’ordinanza”.

Il principale fattore di criticità – secondo Confcommercio Terni – è costituito dal confine tra la somministrazione di bevande alcoliche nelle aree di pertinenza autorizzate, ed il consumo autonomo dei privati cittadini nelle zone limitrofe ai locali di pubblico esercizio.

Se è legittimo limitare la vendita di bevande alcoliche e richiamare gli esercenti a comportamenti responsabili per evitare i rischi connessi all’abuso di alcolici, è necessario anche sensibilizzare l’intera comunità cittadina, poiché, come già evidenziato da alcuni operatori, è molto importante portare l’attenzione anche sulle modalità di consumo delle bevande alcoliche da parte dei cittadini.

Per questo motivo – propone Confcommercio Terni – si dovrebbe affiancare alla ordinanza in esame un altro provvedimento finalizzato a regolamentare le modalità di consumo di alcol in luoghi pubblici, diversi da quelli deputati alla somministrazione di cibi e bevande. Nel concreto si tratterebbe di vietare, in particolari fasce orarie e al di fuori delle aree destinate alla somministrazione, l’uso del vetro per la vendita e il consumo di alcolici, consentendo invece di utilizzare i soli bicchieri di plastica.

Ulteriore criticità – per Confcommercio Terni – è l’individuazione di un perimetro fisico per l’applicazione di limitazioni alla vendita ed, auspicabilmente, anche al consumo di bevande alcoliche. Per rendere efficace l’intervento, il provvedimento dovrebbe essere esteso a tutto il territorio urbano, per evitare spostamenti funzionali ad aggirare il divieto.

“I nostri pubblici esercizi – afferma Mirko Zitti, rappresentante Fipe Confcommercio – sono disponibili a realizzare una campagna di comunicazione sul consumo consapevole delle bevande alcoliche, sull’importanza del rispetto delle regole introdotte con l’ordinanza e sulle finalità delle stesse, da promuovere in modo coordinato all’interno dei locali.

In rappresentanza e a tutela degli interessi degli operatori, ma anche dell’intera comunità cittadina, pensiamo che sia però ormai irrinunciabile affrontare la problematica in modo strutturale, facendo ricorso agli strumenti della pianificazione urbanistica a disposizione dell’amministrazione comunale”.

L’Amministrazione comunale, per ragioni di interesse generale e di pubblica utilità, infatti, può e deve fare ricorso alla definizione di “aree sature”, reintroducendo eventuali specifiche limitazioni nella concessione di nuove autorizzazioni, in attuazione di quanto previsto dalla vigente normativa regionale in materia di attività commerciali e di pubblico esercizio e nel pieno rispetto dei principi ispiratori della cosiddetta “Direttiva Bolkstein” inerente la liberalizzazione delle attività di servizio.

Per Confcommercio Terni, insomma, proprio allo scopo di promuovere la “movida ternana” nella sua funzione sociale ed economica, oltre ad agire sul terreno di una crescente responsabilizzazione sia degli esercenti che degli avventori, l’amministrazione comunale deve urgentemente intervenire anche sul piano urbanistico, affrontando e definendo il tema delle “aree sature”.

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