Strutture per minori, la Regione dispone nuove regole. Barberini: “Più tutele e servizi per ragazzi, maggiori controlli su comunità”
Entrerà in vigore il 21 dicembre prossimo il nuovo regolamento della Regione Umbria per la “Disciplina in materia di servizi residenziali per minorenni” (RR 7/2017). Il documento – approvato in via definitiva dalla Giunta regionale, dopo un’ampia fase di partecipazione – a dodici anni di distanza dal precedente, punta a innovare e a semplificare una materia particolarmente delicata e complessa, come l’accoglienza dei minori in difficoltà fuori dal contesto familiare, garantendo loro maggiori diritti e opportunità mediante l’innalzamento del livello qualitativo e quantitativo dei servizi offerti.
“L’obiettivo – evidenzia Luca Barberini, assessore regionale alla Salute, Coesione sociale Welfare – è dare risposte più efficaci ai bisogni dei minori interessati e delle loro famiglie, garantendo più qualità, equità, appropriatezza ed efficacia dei percorsi assistenziali, con interventi personalizzati, maggiori controlli e più opportunità per le comunità accoglienti. L’idea portante è quella di tutelare il superiore interesse del minorenne e i suoi diritti in situazioni di accoglienza etero-familiare, con particolare attenzione al sostegno inclusivo alla crescita, in vista di una progressiva acquisizione dell’autonomia”.
“Il nuovo regolamento – spiega l’assessore – aggiorna, semplifica e rende più chiara e organica la disciplina regionale in materia, tenendo conto delle innovazioni normative e delle disposizioni introdotte dal nuovo Piano sociale regionale. Si tratta di un testo integrato e multidisciplinare, che tiene insieme la definizione degli aspetti autorizzativi, con l’individuazione dei requisiti minimi delle strutture. Individua nuove tipologie di servizi che potranno essere autorizzati, definisce il percorso di accoglienza, inserimento e permanenza e l’eventuale reinserimento in famiglia del minore, garantendo una presa in carico orientata alla promozione del benessere e alla prevenzione dell’insorgere di situazioni di pregiudizio, nonché volta a rendere possibile l’attuazione di progetti individualizzati di cura e protezione”.
“Nel nuovo testo normativo – sottolinea Barberini – viene definita, in maniera chiara, la distinzione tra le funzioni socio-educative e quelle sociosanitarie e vengono introdotte, per la prima volta, due tipologie di strutture sociosanitarie residenziali per minori fuori dalla famiglia, una a bassa e una a media intensità terapeutico-riabilitativa, dando così attuazione ai nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza), che hanno riproposto l’esigenza di garantire un’assistenza sociosanitaria semiresidenziale e residenziale ai minori con disturbi in ambito neuropsichiatrico”.
“Per la prima volta – conclude l’assessore – vengono, inoltre, definiti i requisiti relativi al modello educativo adottato dalle strutture, introducendo un metodo di lavoro multidisciplinare e integrato per migliorare la qualità dei servizi e la personalizzazione dell’intervento dedicato ai minori. Il procedimento autorizzativo per le strutture sociali viene posto in capo alle Zone sociali, tramite i Comuni capofila, mentre il gruppo dei valutatori che effettua i controlli viene regionalizzato, attraverso la creazione di un elenco regionale da cui le Zone sociali devono attingere”.