Terni, Di Girolamo alla Festa dei Carabinieri con la fascia tricolore. Liberati (M5S): “Presenza inopportuna”

TERNI – “Sapevamo bene che il politico Di Girolamo avesse perso da tempo il contatto con i cittadini, ma ieri è stato dimostrato come anche la persona abbia smarrito il senso del limite. E del pudore: non basta sfoggiare una fascia tricolore per dirsi uomini di Stato”. Così il capogruppo M5S all’Assemblea legislativa dell’Umbria, Andrea Liberati, commenta la partecipazione del sindaco di Terni “alla Festa dei Carabinieri, in prima fila, la fascia tricolore indossata, a pochi posti di distanza dal capo della Procura e dai rappresentanti delle Forze di Polizia che indagano proprio sulla mala gestio del Comune di Terni”.

“Quella di Leopoldo Di Girolamo, ieri, è stata – rimarca Liberati – una presenza vistosamente inopportuna e stridente, considerando la contingenza che riguarda lui e altri assieme a lui. Norme non scritte e valori dovrebbero indicare a ognuno cosa sia giusto e meno giusto fare. Se è vero che un profondo discernimento si impone sempre ai personaggi pubblici, tanto più questo principio vale quando il sindaco, per età, già possiede tutti gli strumenti per capire e valutare, magari considerando pure come si trovi dinanzi a vicende giudiziarie affatto concluse”.

Il capogruppo M5S a Palazzo Cesaroni aggiunge che “nonostante arresti e indagini, rispunta il sindaco ovunque: prima era spesso irreperibile. Invece adesso te lo ritrovi tanto alle celebrazioni repubblicane quanto alla festa del pane. Indifferentemente. In una ricercata quanto inopportuna convivialità, pur osservato tra ampi imbarazzi, pur estesamente criticato, nondimeno distribuisce premi e castighi, delinea furtivi orizzonti e strategie, dispensando riflessioni e indulgenze. Frattanto, nel vuoto pneumatico delle idee, il suo PD, sia in Regione che in Comune, anziché accompagnarlo rapidamente fuori dalle Istituzioni, prosegue con attestazioni di stima e benemerenza, come accadeva verso un certo ‘notabilato meridionale’. Si preferisce blindare il funzionario di partito – conclude Liberati – avvalorandone l’impunibilità, sfidando la magistratura, anziché tutelare primariamente cittadini-elettori che avrebbero pieno diritto di avere amministratori non solo senza ombre, ma anche con un’idea chiara di futuro”.

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