Terni, passerella Telfer, Piccinini (Pd): “Fermate la demolizione”

TERNI – Chiede lo stop dei lavori di demolizione e l’avvio di interventi di salvaguardia. Il consigliere comunale del Pd, Sandro Piccinini, non si dà per vinto e sulla passerella Telfer di Papigno presenta un atto di indirizzo. Il consigliere, che da tempo sostiene la battaglia intrapresa dal Centro Studi Malfatti e dal blogger Claudio Pace, torna in campo in prima persona sul sito industriale dismesso di Papigno. Nell’atto premette che “la salvaguardia della Telfer è fondamentale per consentire di preservare la continuità organica del sito industriale, per consegnare alle future generazioni quanto resta di preziose strutture e macchinari dello stabilimento che l’Unesco annovera tra i maggiori al mondo”.

Piccinini ricorda alla giunta e al sindaco che dal 2010 il Comune di Terni, la Provincia e la Fondazione Carit si sono detti disponibili alla costruzione di un museo dell’energia nell’area del sito di Papigno, ma dalla data dell’acquisizione dell’area questa è stata oggetto di furti e di situazioni di degrado avanzato. “Nel frattempo – scrive il consigliere del Pd – la Regione dell’Umbria ha indetto un concorso per la riqualificazione dell’area, vinto da un architetto ternano con un progetto sul riuso proprio dell’area dei magazzini, dopo che la Regione nel 2013 ha approvato una legge per la salvaguardia del patrimonio di archeologia industriale, nel cui testo si fa esplicito riferimento alla particolare ricchezza del comprensorio ternano e narnese”.

Piccinini fa anche due conti in tasca e dice che la “somma occorrente per la rimozione della Telfer è praticamente simile alla cifra prevista per il restauro e la conservazione della passerella”. Alla luce di queste considerazioni chiede al sindaco e alla giunta comunale di revocare gli atti amministrative finalizzati allo smantellamento della passerella e ad attivare interventi finalizzati alla “salvaguardia del manufatto e delle super pertinenze, al fine di salvare le ultime tracce della rivoluzione industriale del centro Italia e trasmettere alle future generazioni la memoria di un periodo storico estremamente significativo”.

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