Vanno riformati gli Atc umbri: le proposte della Federcaccia regionale

TERNI – L’imminente rinnovo delle cariche all’interno dei tre Atc regionali ci offre l’occasione per formulare alcune considerazioni e, soprattutto, proporre il nostro programma di partecipazione alla gestione del territorio. Un programma, quello di Federcaccia, che reputiamo concreto e sicuramente compatibile con tutte le sensibilità partecipi dell’Atc, realizzabile attraverso un’efficace azione integrata che gli stessi Ambiti sono chiamati a svolgere come previsto dalle norme statali e regionali, a maggior ragione ora che le competenze in materia venatoria sono state assorbite dalle Regioni.

Sono ormai trascorsi circa venti anni dalla costituzione degli Atc umbri; riteniamo che vadano rivisti alcuni aspetti, soprattutto alla luce delle recenti considerazioni che hanno sancito la natura pubblica degli Ambiti, con tutte le conseguenze in ordine alla operatività corrente e alle responsabilità personali ricadenti in capo ai singoli componenti il Comitato. Riteniamo opportuna una serie di cambiamenti sia strutturali che organizzativi, partendo da un profondo rinnovamento dei Comitati con l’inserimento di figure portatrici di conoscenze non solo tecniche ma anche amministrative, indispensabili per evitare il ricorso a consulenze esterne e quindi per indirizzare, quanto più possibile, le risorse disponibili verso la gestione della fauna e dell’ambiente.

I nuovi Ambiti dovranno essere dinamici, efficaci e sempre più professionali. Il loro fine principale è l’eccellenza nella gestione e la valorizzazione delle risorse faunistiche, patrimonio non solo del mondo venatorio ma della comunità tutta. Riteniamo opportuna la creazione di coordinamenti, con il compito di orientare il sistema gestionale regionale per coinvolgere le categorie interessate attraverso effettive e periodiche consultazioni; sarà poi indispensabile migliorare e consolidare la collaborazione fra agricoltori e cacciatori, conferendo alla loro opera partecipativa un ruolo di pubblica utilità con previsione di compensazione delle attività svolte.

Considerando che le deleghe alla caccia sono tornate in mano alla Regione, riteniamo il momento propizio per uniformare statuti e regolamenti dei tre Atc, anche in materia di gestione delle zone di ripopolamento e cattura, delle costituende aree di rispetto temporaneo e istituti privati (Afv e Aatv), sia sotto l’aspetto normativo sia economico. E’ possibile e necessario dare vita ad una politica gestionale comune, pur sempre nel rispetto delle peculiarità locali.

È anche intenzione di Federcaccia proporre un confronto tra tutti i dirigenti, aperto ad ogni contributo con Regione, Associazioni Agricole, Associazioni Ambientali ed Enti locali interessati per far sì che i nuovi organismi di gestione possano tener conto delle problematiche rappresentate e partecipate sulle politiche venatorie, ambientali e agricole, con soluzioni adeguate e sostenibili. Sotto questo aspetto, ad oggi, le questioni più stringenti sono:

  • Progetto complessivo, finalizzato alla produzione e immissione, per un vero rilancio di specie selvatiche come Lepre, Fagiano, Starna e Pernice rossa (Progetto che Federcaccia ha già elaborato e presentato sia alla Regione che gli Atc ed è in sperimentazione in alcune Zone di Ripopolamento e Cattura)
  • Distretti di caccia e danni all’agricoltura derivanti da fauna selvatica
  • Sensibilizzazione e promozione ad ogni livello delle attività che ogni Atc svolge
  • Omogeneità e uniformità amministrativa e gestionale degli Atc umbri
  • Gestione accordi interregionali per l’interscambio dei cacciatori umbri e extra regionali
  • Promozione del volontariato per la gestione del territorio.

 

Gli Atc sono le sedi in cui i cacciatori possono e devono esprimere tutte le loro capacità gestionali, necessarie per legittimare la propria passione e dove Federcaccia per cultura, capacità progettuale e competenze non può che rivestire un ruolo di indirizzo e di stimolo.

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