Inaugurato il nuovo blocco parto all’ospedale di Città di Castello

CITTA’ DI CASTELLO – “Il punto nascita di Città di Castello occupa in ruolo di primissimo piano nella regione  se si tiene conto che, su 6200 nascite in umbria nell’ultimo anno, ben 585 sono avvenute in questo ospedale”: lo hanno detto la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, e l’assessore regionale alla salute, Coesione sociale e Welfare, Luca Barberini, intervenendo nel pomeriggio di oggi all’inaugurazione del nuovo blocco parto all’ospedale di Città di Castello. Presente l’assessore regionale, Fernanda Cecchini.

“La nascita – ha detto l’assessore Barberini – è l’unico evento bello per cui si entra in ospedale visto che è un evento naturale che in questi luoghi deve avvenire in sicurezza sia per la mamma, che per il bambino”.

“L’inaugurazione di oggi – hanno detto la presidente e l’assessore – testimonia l’impegno della Regione e delle  nostre aziende sanitarie di valorizzare la rete dei punti nascita e attraverso il miglioramento assistenziale, delle tecnologie e delle risorse umane, assicurando qualità della prestazione in un momento delicato  della vita delle persone. I nostri punti nascita sono tutti collegati nella rete regionale e il punto nascita di Città di castello  è particolarmente importante”.

“La Regione Umbria – ha detto la presidente Marini  – ha dimostrato ancora una volta di essere all’altezza con una grande capacità di innovazione nella sanità, sia per gli spazi che per le tecnologie.  Questa è la Regione che ha avuto il coraggio di riordinare i punti nascita all’insegna dell’appropriatezza, della qualità e della sicurezza esponendo sempre di più a meno rischi le mamme e i bambini e riducendo il numero dei cesarei”.

Concludendo la presidente ha richiamato l’attenzione sulla prevenzione “la Regione Umbria è nel gruppo di testa per i numeri relativi agli screening”  e sui servizi per l’infanzia: “Ci occupiamo con grande impegno anche della fase successiva alla nascita – ha detto – e la nostra regione ha superato il 33 per cento dei posti garantiti  nei servizi pubblici dedicati all’infanzia”.

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