E’ morto per coronavirus il Professore Valerio Di Carlo, tanti pazienti umbri piangono la sua scomparsa.

E’ scomparso nella notte il professor Valerio Di Carlo, presidente della Fondazione Giulio Loreti. Da tempo malato, è stato il coronavirus a decidere la sua fine in questa vita. Il Professore Valerio Di Carlo è stato uno dei migliori chirurghi , non solo in Italia ma a livello internazionale. Ha saputo centrare la “Mission” voluta dal Fondatore del San Raffaele ponendo l’attività di assistenza, ricerca e didattica in un unico obiettivo: la centralità del paziente. Un uomo che ha attraversato anni fondamentali della nostra vita da protagonista. Un uomo che è stato invitato in tutto il mondo per raccontare i progressi della chirurgia. Gli aspetti umani e affettivi sono stati il sale della sua attività e la chiave del suo successo. Un uomo , raccontava Don Luigi Verzè, fatto di tutti gli uomini, con la stessa intelligenza, con le medesime qualità, ma soprattutto con la stessa umanità e bontà. Scriveva una paziente ricoverata al San Raffaele: ” C’è una ragione per la quale, oltre alla stima e riconoscenza, io devo a Lei anche l’affetto: durante la mia degenza presso il Suo reparto sono stata trattata non solo come caso da risolvere, ma soprattutto,come una persona che soffriva e che necessitava di cure, non soltanto materiali ma anche morali “. Un’altra donna operata dal Professore scriveva in una lunga lettera: ” Lei è riuscito a tingere con i colori più belli il giorno che ritenevo fosse il più brutto della mia vita”. Luciano Moretti, scomparso un pò di tempo fa, primo direttore di Umbria Domani, nel 1994 fu costretto a combattere con un tumore al pancreas.  Venne giudicato ” a fine corsa” dai medici di mezza Italia fino a quando ebbe la fortuna di conoscere Valerio Di Carlo, primario della Clinica Chirurgica del San Raffaele di Milano. Luciano raccontò che quell’incontro riaccese in lui la speranza e la voglia di vivere. ” Le quotidiane, spesso notturne, visite del Professore – raccontava Luciano Moretti – le sue parole di conforto e di incoraggiamento, il suo incedere nella mia camera sedendosi al bordo del mio letto, le sue amabili parole che, come gocce di saggezza e di vita, rafforzavano le mie residue energie “. Il complesso intervento chirurgico durò l ‘intera giornata e al risveglio con il suo sorriso, accarezzando la mano di Luciano, il Professor Di Carlo disse ” Ce l’abbiamo fatta “. Il suo amore per l’ Umbria lo si deve soprattutto alla famiglia Loreti, che ha conosciuto Di Carlo in una circostanza molto triste. ” Non c’è timore senza speranza, né speranza senza timore. Ma tutto questo per noi è già molto “. Comincia così, da un biglietto, la lunga amicizia tra il chirurgo milanese e la famiglia umbra. Quel biglietto regalò ad un giovane imprenditore, stimato e amato da tutti, anni insperati di vita bellissima, in cui vide crescere i suoi due figli, davvero troppo piccoli al momento della terribile diagnosi, per essere lasciati. Appena andato in pensione aveva scelto di vivere prevalentemente a Trevi, tra gli olivi, perchè  quel posto rappresentava per Valerio il ponte tra lui e Dio. Un paio di anni fa, già costretto a lottare contro la malattia, seduto in una sedia a rotelle, raccontò: ” la parola amore è, ai nostri giorni, molto usata ed abusata; per me significa, soprattutto, un atteggiamento di completa disponibilità a donarsi nei confronti del prossimo. Il sollievo delle sofferenze altrui non può che essere realizzato con l’amore vero”. Ciao Valerio, riposa in pace.