L’irriverenza di Zaffini verso l’Arcivescovo Boccardo: l’uscita infelice di un senatore della Repubblica

La rimozione di Giovanni Legnini ha acceso uno scontro senza precedenti, almeno in Umbria, tra un Vescovo e un Senatore della Repubblica. Una frattura destinata a lasciare il segno, per la ruvidezza con la quale il senatore di Fdi Franco Zaffini risponde all’Arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo. Un’ asprezza inusuale, soprattutto per chi ricopre cariche istituzionali così importanti. L’Arcivescovo Boccardo non è solo il prelato che governa la Diocesi del cratere del terremoto ma è anche colui che svolge la sua missione pastorale tra la gente che da anni vive nei prefabbricati, tra gli anziani che sono rimasti soli e spesso abbandonati, in un territorio dove è difficile trovare un medico e dove i servizi vengono continuamente smantellati. Quando il 30 ottobre 2016 tremò la terra a Norcia che provocò lacrime e macerie, mons. Boccardo era lì tra la gente e raggiunse le maggiori località della Valnerina. Lui c’era e spese parole di conforto nei confronti di tanti. Norcia era in ginocchio, le anziane suore erano fuggite e la gente si era messa a pregare in piazza. Ad Ancarano di Norcia si avvicinò ad un anziano del posto, colto da un forte malore, per incoraggiarlo in attesa che un elicottero dei vigili del fuoco lo trasportasse all’Ospedale di Perugia. Non sempre gli abitanti di Norcia, Preci e Cascia hanno condiviso le scelte del loro Arcivescovo, anzi in alcune circostanze le hanno contestate apertamente. Come quella di impartire il sacramento della cresima a Spoleto, costringendo centinaia di famiglie, in questi anni, a lasciare i propri paesi e la propria terra. Oppure in occasione dell’ultimo Giubileo quando la Basilica di San Benedetto non fu inserita tra le quattro porte della Misericordia della Diocesi di Spoleto-Norcia. Ma c’è una cosa che il senatore Franco Zaffini non può permettersi: dire che mons. Renato Boccardo ha “abbandonato il suo ruolo pastorale a beneficio degli aspetti più materiali e terreni del proprio mandato”. E’ una uscita infelice per un senatore della Repubblica, ingiusta e non vera. Monsignor Boccardo ha detto semplicemente la verità: aver cacciato il commissario Legnini è stata una “scelta scellerata”, uno “schiaffo ai terremotati” e “figlia di una politica di basso livello”. Del resto, non se ne abbia a male Zaffini, la premier Meloni ha tolto Legnini per nominare un suo fedelissimo di partito, senatore del gruppo di Fratelli d’Italia e collega dello stesso Zaffini.