Olio extravergine taroccato, sette denunce in Umbria e sanzioni per otto milioni di euro

L’inchiesta è scattata la scorsa estate, su tutto il territorio nazionale, e nel mirino della guardia di finanza e dell’ispettorato centrale per la tutela della qualità e repressione frodi sono finite anche due aziende importanti dell’Umbria, imprenditori del territorio di Spoleto. Sette sarebbero, infatti, gli indagati umbri con l’accusa di frode in commercio, sanzionati con quasi otto milioni di euro. A livello nazionale sono stati 15 i produttori finiti nel mirino della guardia di finanza, tra cui i due dello spoletino. Resa di olio superiore alla resa media, importazioni a prezzi bassi inferiori al prezzo medio o quantità di olio prodotto in Italia che, sommata a quella importata dall’estero, risultava inferiore a quella esportata: sono soltanto alcuni degli elementi riscontrati nei controlli che hanno portato le fiamme gialle ad approfondire la qualità dell’olio. Centinaia di migliaia di litri di olio immessi sul mercato come extra vergine e invece soltanto vergine. Almeno questa sarebbe la ricostruzione fatta dagli investigatori. Dei 102 campioni prelevati e sottoposti ad analisi presso i laboratori, 25 avrebbero mostrato una qualità inferiore a quella dichiarata, ossia qualificato come extravergine  ma in realtà vergine. In tutta Italia sarebbero state denunciate dieci persone, di cui ben sette umbri.