Spoletino finge la sua morte in un incidente per incassare la polizza sulla vita

Finge di essere morto in un incidente stradale per incassare la polizza. Avrebbe ideato e documentato minuziosamente la sua morte in un incidente stradale mai accaduto per incassare la polizza assicurativa. Una vera e propria messinscena per incassare 90 mila euro, somma puntualmente liquidata dalla assicurazione. Il tutto coinvolgendo l’intera famiglia residente a Spoleto, che avrebbe partecipato consapevolmente alla truffa. Per questo la Procura di Milano, competente in quanto nel capoluogo lombardo ha sede una delle due compagnie  assicurative, ha chiesto il rinvio a giudizio per un calabrese residente da anni a Spoleto, della madre e di altri cinque componenti della famiglia. L’accusa a vario titolo è di frode assicurativa e falso in relazione alla contraffazione di diversi documenti, tutti riguardanti un incidente stradale verificatosi nel 2011 all’altezza di Santa Maria degli Angeli, ad Assisi lungo la statale Centrale Umbra. In realtà, l’incidente al quale si fa riferimento c’è stato, fu coinvolto il fratello del finto morto. Fu un incidente però senza nemmeno feriti. La famiglia spoletina subito dopo prese tutta la documentazione del sinistro per iniziare un’opera di falsificazione. L’incidente dal 2011 fu posticipato al 2018 e la finta morte dell’uomo sarebbe avvenuta cinque mesi dopo con una polizza assicurativa sottoscritta dieci giorni prima. Una volta incassati i 90 mila euro da una polizza, la famiglia ha avviato le pratiche per avere altri 50 mila euro da un’altra assicurazione, con cui il finto morto aveva firmato un contratto assicurativo personale. I periti però di questa seconda compagnia hanno notato qualcosa di strano iniziando ad approfondire meglio sul decesso dell’assicurato. Alla fine hanno presentato alla Procura della Repubblica di Milano una denuncia dettagliata con diversi particolari sulla vicenda. A questo punto sono iniziate le indagini della Polizia Stradale di Perugia, su delega dei magistrati milanesi. In poco tempo i poliziotti hanno scoperto tutto l’arcano messo in piedi: la documentazione presentata, compreso il certificato di morte, era stata falsificata.