Strategia anarchica, inglobare il mondo “no vax” e fare proselitismo. Il ruolo di Spoleto

Tre dei sei anarchici fermati ieri dai Carabinieri del Ros sono di Spoleto: uno, Michele Fabiani, è finito agli arresti domiciliari, mentre per gli altri due il gip ha disposto l’obbligo di dimora e di firma. Michele Fabiani venne arrestato già nel 2007, nell’ambito dell’operazione Brushwood, sempre dai Ros e nel 2014 è stato condannato definitivamente dalla Cassazione a due anni e tre mesi di reclusione. Diversi gli episodi che lo hanno visto protagonista in questi anni: l’invio di una lettera con due pallottole all’ex presidente della Regione Rita Lorenzetti; protagonista in alcuni episodi di guerriglia a Roma come in occasione di un corteo in via Veneto a Roma e in tante altre manifestazioni dove gli anarchici si sono infiltrati. Compresa l’ultima di Roma dei no vax dove la Digos della capitale ha registrato la presenza di anarchici di Spoleto. Infiltrati e agitatori perché, in questo momento, i no vax rappresentano un bacino importante da inglobare per il mondo anarchico. Non a caso, ha spiegato il capo del pool antiterrorismo della procura di Milano, Alberto Nobili, nei cortei “troviamo una forte presenza anarchica e da una serie di indagini che stiamo facendo si capisce  che sono lì non tanto per il vaccino, di cui non gli importa nulla, ma per strumentalizzare , fare propaganda, proselitismo”. Insomma, per gli anarchici l’obiettivo è di utilizzare questo malcontento sociale per raggiungere ” maggiori adesioni auspicando uno scontro frontale  che per ora non è avvenuto grazie alla professionalità delle forze dell’ordine”. La strategia è esattamente quella del 9 ottobre a Roma con l’assalto alla sede della Cgil, dove la Digos romana ha intercettato la presenza di anarchici umbri e in particolare di Spoleto. Fabiani, per gli inquirenti, è una specie di coordinatore della pubblicazione periodica “Vetriolo”, il cui numero zero è stato fatto quattro anni fa a Milano  ma la cui redazione è a Spoleto ormai da diverso tempo.  La base logistica sarebbe stata – a parere degli inquirenti –  il centro sociale  ” Il Circolaccio” di Spoleto. E’ proprio il pubblico ministero di Perugia, Emanuela Comodi, titolare dell’indagine insieme ai colleghi milanesi, a rivelare che da ” da quando è uscito il numero zero si sono concretizzate  azioni violente”. Episodi il più delle volte modesti, come i gravi danneggiamenti ai mezzi delle Poste a Foligno. ” Non si tratta di limitare la libertà di pensiero – afferma il procuratore capo di Perugia, Raffaele Cantone – ma di bloccare l’istigazione rispetto a fatti violenti”. Dalle perquisizioni effettuate dai Ros nelle ultime ore, sono spuntati fuori una serie di fogli dove c’erano scritti gli indirizzi di caserme, enti pubblici e quello della società Leonardo, un’azienda di stato che si occupa di settori importanti della difesa e sicurezza. ” Contro lo Stato e senza eccezioni: colpire le persone o colpire le cose ?”, c’è scritto in un passaggio di un articolo pubblicato sulla rivista clandestina anarco-insurrezionalista ” Vetriolo”. Proprio per questo le indagini dei Ros sono destinate ad andare avanti anche su altri filoni e città italiane.