L’Acea Rugby Perugia fa “cerchio” con il lavoro del Prof. Turco

Figura che lavora in ombra e dietro le quinte, ma che risulta spesso fondamentale. Ci riferiamo al preparatore atletico. E l’Acea Rugby Perugia possiamo tranquillamente dire che possiede un vero ‘top player’ in questo ruolo: Salvatore Turco, responsabile della parte atletica della prima squadra nonché professore di scienze motorie all’Università degli studi di Perugia. Con lui abbiamo cercato di capire come si gestisce la condizione fisica degli atleti biancorossi in una stagione in cui le pause ne fanno da padrone.

“Ammetto che non è semplice – spiega Turco – Visti i lunghi stop e le positività al Covid, dobbiamo spesso seguire gli atleti con programmi di lavoro differenziati. Quest’anno, poi, abbiamo dovuto alternare momenti di carico ad altri di recupero o comunque più leggeri. Cerchiamo di fare il massimo. Soprattutto in questo momento in cui ci si allena senza gare, è di fondamentale importanza rendere gli allenamenti più stimolanti possibili, altrimenti il rischio è di perdere concentrazione e interesse sulla nostra attività”.

A questo proposito la ripartenza del campionato, che si avvicina sempre più, sarebbe un toccasana…

“Speriamo davvero si possa ripartire senza subire altre pause. In questi ultimi due anni le restrizioni per la pandemia ci hanno isolato e soprattutto ci hanno reso più fragili da un punto di vista psicologico. Io ritengo che lo sport deve rappresentare un appiglio importante in questo senso”.

In questo ultimo mese come avete organizzato il lavoro?

“È stato organizzato in maniera simultanea anche insieme ai preparatori atletici di Serie C, Under 19 e 17. Spesso le squadre si sono anche allenate insieme. Questo ha creato senza dubbio degli stimoli in più. Diciamo che abbiamo fatto cerchio tra di noi”.

Più che cerchio verrebbe da dire che avete fatto quadrato…

“Solitamente si dice così, ma il quadrato è una figura geometrica spigolosa, il cerchio invece è più armonioso ed è un qualcosa che nel rugby si ritrova spesso. Pensate al finale delle partite. Le squadre si stringono in mezzo al campo in cerchio, abbracciati gli uni agli altri. In questo momento, in senso figurato, stiamo facendo proprio questo”.