Perugia, Bucchi: “Questa vittoria dice molto, ma per noi non cambia nulla”

Dopo la vittoria con la Spal Cristian Bucchi aveva chiesto ai suoi la continuità, sempre fondamentale per poter disputare un campionato importante, ed eccolo accontentato. Finalmente questo Perugia sembra davvero aver capito come affrontare questa stagione dopo settimane di bocconi amari, in buona parte immeritati. La strada però è ancora lunga e il tecnico si è presentato in sala stampa felice, ma im modo molto misurato, come è nel suo stile: “Affrontavamo una squadra molto quadrata, con un modo di giocare rodato nonostante abbiano cambiato dopo 4 anni allenatore, anche se mi sembrava anche molto propositiva. Credo possa essere una questione di tempo. Noi siamo stati bravi ad essere rimasti corti e aggressivi nonostante avessimo subito gol. Non credo che abbiamo subito grosse sofferenze”. Una vittoria figlia di un determinato atteggiamento, portato ad attaccare alti i difensori avversari: “Non volevamo portare gente come Ciofani e Soddimo, che in fase di realizzazione potevano essere devastanti”. Bucchi ha poi spiegato perché Di Carmine dall’inizio e non Bianchi: “Volevamo abbattere dei limiti numerici. È un ragazzo che può far bene, sapendo giocare e sacrificarsi con voglia di mettersi a disposizione. Questa scelta è stata fatta in quest’ottica”. Una vittoria che per il tecnico vuole dire tanto, ma che, assicura, “non cambia nulla perchè noi vogliamo essere protagonisti di questo campionato con identità, spirito di squadra, e giocando bene. Stiamo migliorando nel leggere alcune situazioni e abbiamo saputo soffrire una decina di minuti prima del secondo gol nostro. Infine stiamo alternando le due fasi in modo più omogeneo”. Zebli ancora una volta è stato tra i migliori: “Sono contento sia di lui che di Ricci. Gli errori tecnici ci stanno ma conta di più l’atteggiamento, Non mi piace chi, per paura di sbagliare, si nasconde, meglio prendersele certe responsabilità. Ha sbagliato qualche cosa, ma anche fatto molte cose positive”. Pasquale Marino, allenatore del Frosinone, è il ritratto della delusione, e lo si evince dalla risposta alla domanda inerente ai pochi cambi a centrocampo: “Durante la settimana vedo chi sta meglio o peggio. Ho ritenuto che questo schieramento potesse dare più garanzie. Secondo me non meritavamo di perdere, fino al loro pareggio abbiamo giocato solo noi. Abbiamo commesso delle mezze ingenuità sui due gol e ci siamo innervositi”. Il pubblico non ha preso bene la sconfitta inscenando una mini contestazione: “Stiamo perdendo colpi ed è normale che ci possa essere del disappunto. Dobbiamo elevare l’asticella dell’attenzione perchè le situazioni apparentemente innocue diventano complicate. Serve maggiore continuità di gioco”. E adesso ci sarà una settimana per preparare un’altra partita importantissima, la prima del doppio turno casalingo previsto dal calendario. Domenica 9 ottobre (la  A è ferma per le nazionali) arriva l’Avellino degli ex Ardemagni e Molina, occasione propizia per compiere un ulteriore salto di qualità.

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