Perugia, il Museo prende finalmente vita. L’emozione di Santopadre: “Un sogno che si realizza”

Finalmente il grande giorno è arrivato. I tifosi del Perugia hanno potuto ammirare dal vivo questo pomeriggio il Museo del Grifo, che è stato inaugurato nei locali della nuova sede societaria alla presenza delle più alte cariche cittadine e non solo. Erano inoltre veramente in tanti gli ex grifoni, tra allenatori e giocatori, che non solo voluti mancare ad un evento di tale portata: tra questi citiamo Andrea Camplone, Ilario Castagner, Marco Moscati e Gianni Moneti. Era presente anche colui il quale guiderà i biancorossi la prossima stagione, vale a dire Cristian Bucchi, che si è trincerato in un silenzio in attesa della presentazione ufficiale che si terrà nei prossimi giorni. Il taglio del nastro (nella foto), caratterizzato anche dalla benedizione di Padre Mauro, cappellano dei Grifoni, è stato preceduto dalla presentazione di rito, affidata, e non potrebbe essere altrimenti, dal presidente Massimiliano Santopadre, apparso più che mai emozionato per aver centrato un obbiettivo a lungo inseguito: “Finalmente possiamo dire di avercela fatta. Gli applausi vanno fatti a chi ha dedicato molte nottate affinchè questa bellissima opera potesse essere completata. Mi riferisco soprattutto ai ragazzi del marketing. Un grazie anche alla delegazione dei tifosi che hanno reperito dei cimeli che tutti voi potete ammirare all’interno del museo. Ringrazio anche il Perugia, senza il cui blasone tutto questo non sarebbe stato possibile”. imageSul palco c’era anche il sindaco di Perugia Andrea Romizi, che ha voluto ringraziare il presidente “per aver capito ben presto la tigna perugina. Questo museo era un qualcosa che mancava alla nostra città e avere un luogo dove si potessero rivivere grandi soddisfazioni e le gesta di certi protagonisti emoziona tutti noi. Ringrazio anche i collaboratori di Santopadre e i tifosi che si sono adoperati affinchè tutto andasse per il meglio”. Ospite di eccezione di questa bellissima giornata anche Andrea Abodi, presidente della Lega di B, che ha voluto lodare la città di Perugia “per avermi consentito di sentirmi a casa. Perugia è sicuramente un modello da seguire in quanto ha una società che coniuga le ambizioni sportive, da perseguire con realismo e moderazione, al fatto economico, sempre fondamentale. Questa realtà è la tessera di un mosaico che regalerà certamente grandi soddisfazioni”. Abodi ha poi svelato un aneddoto: “Ho conosciuto il Perugia ai tempi di D’Attoma e già era caratterizzato dall’innovazione, cosa che attualmente si sta recuperando al di la dei risultati del campo che possono dipendere da molti fattori. Mi auguro che ci siano immagini e contributi filmati oltre che uno stadio più a misura di tifoso. Saremo sempre vicino a voi perchè ci piace seguire i buoni esempi”. È intervenuto anche lo storico segretario generale Ilvano Ercoli, che purtroppo non è riuscito a portare a Perugia per l’occasione Hidetoshi Nakata, come in precedenza aveva annunciato di tentare di fare: “Ho contribuito alla riuscita del progetto grazie alle conoscenze degli ex giocatori ma il merito principale e dei ragazzi del marketing e i risultati si sono visti”. La chiusura è nuovamente affidata a Santopadre: “Perugia resterà eterna perchè tra cinquecento anni ci si ricordera di quanto è stato fatto. Il nostro futuro sarà con i nostri tifosi”.

imageNON SOLO INAUGURAZIONE – Il pomeriggio odierno non è stato dedicato soltanto al battesimo ufficiale del Museo del Grifo, che ha aperto ufficialmente i battenti intorno alle 19. L’occasione per i tifosi è stata ghiotta per ammirare le nuove divise da gioco, alle quali sono state tolti i veli. Due le maglie in questione: la prima, quella da trasferta, di colore bianco con bordi rossi, mentre la seconda e invece quella tradizionale, cioè rossa con bordi bianchi. Entrambe sono caratterizzate da un grifone posizionato sul lato sinistro con un ricamo piuttosto articolato, simile a quello del 1976/77. Lo scopo è ricordare grandi grifoni del passato come Antonio Ceccarini e lo stesso Renato Curi.

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