Donne e trans colombiane fatte prostituire a Terni: dopo gli arresti arrivano le condanne

C’era l’ape regina che gestiva la prostituzione, una ventina fra donne e transessuali di nazionalità  colombiana. Fatte arrivare a Terni sotto la protezione di Dona Claudia, una 41 enne colombiana dalla quale prese – sei mesi fa – il nome l’operazione della squadra mobile di Terni. Un giro di affari che procurava qualcosa come 40 mila euro al mese. Infatti ogni prostituta doveva versare 500 euro alla settimana a chi favoriva e garantiva il movimento. L’indagine partì dalla reazione di un giovane colombiano, fatto arrivare a Terni e che, quando capì che avrebbe dovuto prostituirsi,  si ribellò. Un giro di donne e trans colombiane che si prostituivano in appartamenti situati fra viale Brin e Borgo Bovio, sei in tutto, dove ricevevano clienti molti dei quali ternani. Alle donne e ai trans venivano anticipate le somme necessarie per sostenere le spese dell’aereo, cifra che successivamente dovevano restituire all’organizzazione. Nell’ottobre 2020 erano stati quattro gli arresti eseguiti dalla Polizia con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. A distanza di appena cinque mesi dall’operazione sono arrivate le prime condanne dal Tribunale di Terni, nel corso dell’udienza preliminare. Dona Claudia e il marito 39 enne, ternano, hanno scelto di patteggiare: la prima è stata condannata a 2 anni e 8 mesi di reclusione mentre il secondo a 1 anno e 10 mesi (pena sospesa). Sentenza, invece, con il rito abbreviato per una 42 enne  colombiana: 2 anni e 2 mesi di reclusione. Rinviata a giudizio una transessuale di 25 anni, colombiana, con l’accusa di aver reclutato, favorito e sfruttato la prostituzione, ma anche violenza sessuale e lesioni personali proprio nei confronti del giovane colombiano che si rifiutò di prostituirsi da trans.