Elezioni, il fronte progressista non decolla: il tutti contro il centrodestra a Terni diventa un tutti contro tutti

Se è vero che la buona volontà, almeno a parole, non manca, resta difficile che il documento elaborato dal coordinatore pentastellato De Luca sia sufficiente a stringere un accordo in vista delle elezioni amministrative di maggio. Nel centrodestra umbro, invece, le liti di questa settimana su Terni non impediranno di ricucire l’alleanza e di convergere su un candidato a sindaco di tutta la coalizione. La differenza tra i due schieramenti sta tutta qui. L’appello all’unità, lanciato dal segretario regionale del Pd, non ha sortito alcun effetto concreto, nemmeno tra i democratici ternani. Tanto che i dem di Terni ribadiscono imperterriti la candidatura del professor Jose Maria Kenny. Ad oggi, quindi, abbiamo sei candidati a sindaco: Stefano Bandecchi, Claudio Fiorelli, Silvia Tobia, Jose Maria Kenny, Paolo Cianfoni ed Emanuele Fiorini. Resta da sapere il nome del candidato del centrodestra che vede, per ora, in auge l’ex senatrice della Lega Valeria Alessandrini incalzata dall’attuale assessore al bilancio Orlando Masselli di Fratelli d’Italia. Insomma, le premesse per il centrosinistra – almeno a Terni – non sembrano buone, per la gioia degli avversari. “C’è bisogno di mettere da parte per un momento tutto e costruire un campo largo contro il centrodestra per il bene della città”, ha commentato Alessandro Gentiletti, consigliere uscente di Senso Civico. La convergenza può essere trovata al ballottaggio ? “Ammesso che qualcuno ci andrà”, risponde Gentiletti. La verità è che anche con il nuovo corso del Pd di Elly Schlein, in teoria più vicino alle istanze del M5S,alle prossime elezioni amministrative di maggio nei tre comuni sopra i 15 mila abitanti (Terni, Corciano e Umbertide) il fronte progressista non si consolida. A Corciano e Umbertide l’alleanza è stata già definita, senza il Movimento 5 Stelle e con Azione di Calenda dentro. A Terni la situazione è ancora peggiore: il Pd giocherà la partita in solitudine senza alleati. Doveva essere un tutti contro le destre ed è diventato un tutti contro tutti. E alla battaglia alle destre si è sostituita la guerra tre le forze progressiste. Se il buongiorno si vede dal mattino per il centrosinistra sarà difficile strappare Palazzo Spada al centrodestra. Con tutte le conseguenze in vista delle elezioni del prossimo anno.