Sclerosi multipla, trattati i primi 15 pazienti con trapianto di cellule staminali.La determinazione di Paglia, il ruolo di Terni.

Si è conclusa la sperimentazione della “Fase 1″ che prevede il trapianto di cellule staminali cerebrali umane in 15 pazienti affetti da Sclerosi multipla secondaria progressiva.Per la prima volta al mondo sono stati trattati tutti i 15 pazienti reclutati per il trattamento sperimentale della malattia. Lo annunciano la Pontificia Accademia per la Vita con Associazione Revert Onlus e Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza. Nessun paziente ha manifestato effetti collaterali. Si stanno ora valutando eventuali effetti terapeutici. L’ultimo paziente è stato trattato il 20 maggio. I 15 pazienti previsti nel protocollo sono stati suddivisi in 4 gruppi e trapiantati con dosi crescenti di cellule. Gli ultimi sei hanno ricevuto il dosaggio più alto, 24 milioni di cellule. ” Tutti i pazienti sono stati dimessi dopo 48 ore di osservazione in seguito al trapianto e non hanno manifestato effetti collaterali nell’immediato post-operatorio o nei mesi a seguire “, riferiscono i protagonisti dell’équipe della sperimentazione. ” Siamo felici di annunciare questo importante traguardo nella sperimentazione in corso con cellule staminali cerebrali “, afferma Angelo Vescovi direttore scientifico dell’Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, nonchè professore dell’Università degli Studi di Milano Bicocca. ” Adesso aspettiamo il follow-up a un anno e la sottomissione nei tempi più brevi possibili del protocollo per la Fase 2 in questa grave malattia”, aggiunge Vescovi. Le cellule staminali cerebrali usate nello studio sono scevre da qualsivoglia problematica etica legata alla loro origine, poichè derivate da gestazioni che si sono interrotte per cause naturali e prelevate attraverso biopsia cerebrale. La tecnica per l’isolamento delle cellule staminali è estremamente complessa e tutta italiana e permette di ottenere da un frammento di tessuto cerebrale una quantità pressoché illimitata di queste preziose cellule, sempre uguali negli anni per qualità e quantità. E’ questo l’unico esempio al mondo di cellule staminali che sono divenute un vero e proprio farmaco cellulare stabile, riproducibile e con un comportamento prevedibile, che permette interventi clinici che non sono possibili con cellule sempre diverse perchè ogni volta isolate da diversi donatori. C’è un pezzo di Umbria in questo progetto, anzi molto più. Fu proprio Vincenzo Paglia, ex Vescovo di Terni, insieme ad Angelo Vescovi ad iniziare questo percorso sulla sperimentazione di cellule staminali. Fu realizzata, quando Paglia era a Terni, la Fondazione Cellule staminali; al progetto clinico-scientifico, promosso proprio da Paglia, collaborarono la stessa Fondazione Cellule staminali di Terni, l’Azienda Ospedaliera Santa Maria, l’Università di Milano Bicocca e l’Ospedale di Lugano. E oggi, in qualità di Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, Monsignor Paglia ringrazia Vescovi che ” da quasi 30 anni lavora con tenacia e determinazione per raggiungere nuovi traguardi nella medicina rigenerativa e dare una speranza in più a chi soffre di sclerosi multipla e altre malattie neurologiche. La ricerca – afferma Paglia – è unica nel suo genere perchè scevra da qualunque problematica etica e morale e questo ci rende ancora più fieri dei risultati ottenuti e ci fa guardare al futuro con maggiore ottimismo, sempre nel rispetto della vita “. Per l’ex Vescovo di Terni si tratta sicuramente di un grande traguardo, voluto con determinazione e coraggio, spesso lottando contro molti che cercavano di delegittimare il percorso iniziato con Vescovi. Anche in Umbria e a Terni.