Agricoltura, la Cia proclama lo sciopero della semina

PERUGIA –  Mercati al ribasso con prezzi quasi dimezzati rispetto a un anno fa, speculazione selvaggia e import in costante aumento. I produttori di grano della Cia non ci stanno più e lanciano un aut-aut: “Se le quotazioni non tornano a salire, riconoscendo al frumento Made in Italy il giusto valore, faremo lo sciopero della semina”. L’annuncio è arrivato dal presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino, in conferenza stampa a Roma, aprendo ufficialmente la fase di mobilitazione della Confederazione su tutto il territorio nazionale. Presìdi, sit-in e blocco delle Borse Merci nelle maggiori città d’Italia per dare un ultimatum rispetto alla campagna di semina 2017, ma anche per fare una proposta al Governo: “Stop alle importazioni di grano per 15/20 giorni, così da ridare fiato agli agricoltori in crisi”. Secondo la Cia per il grano si è andata determinando una situazione paradossale che ha visto l’immissione nel mercato di ingenti quantità di grano importato proprio nel periodo della trebbiatura, provocando il tracollo dei prezzi e aumentando a dismisura il già ampio divario tra costo del frumento e prezzo del pane e della pasta. Ed è qui che entra il gioco la proposta della Confederazione di bloccare l’import per due o tre settimane, così da permettere lo stoccaggio del grano prodotto e svuotare i silos. Tutto questo in attesa che le azioni annunciate dal governo la scorsa settimana trovino attuazione e i prezzi risalgano. “Si sta assistendo a comportamenti di vero e proprio sfruttamento -ha detto il presidente Scanavino nel corso della conferenza stampa-. Oggi il raccolto di 6 ettari seminati a grano basta appena per pagare i contributi di una famiglia media agricola”.

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