All’Isola del Libro Gianna Schelotto presenta il suo libro

PASSIGNANO –  In un pomeriggio ventoso, nella ormai solita cornice della terrazza dell’hotel Lidò di Passignano sul Trasimeno, Isola del Libro ha toccato il tema dei sentimenti e lo ha fatto con una delle maggiori esperte italiane sul tema, la professoressa, scrittrice e psicologa specializzata in terapia di coppia Gianna Schelotto, autrice del romanzo ‘Chi ama non sa’. A intervistarla, il direttore artistico del festival Anton Carlo Ponti.

“Ho cominciato quasi per caso a scrivere, poi è nato il forum del Corriere della Sera – ha esordito parlando della sua carriera la Schelotto, curatrice per anni della rubrica ‘Questioni d’amore’ sul Corriere.it dove rispondeva alle domande dei lettori su temi legati soprattutto ai rapporti di coppia – e improvvisamente sono cominciate ad arrivare valanghe di lettere. Con molte persone si è sviluppato negli anni un rapporto di grande confidenza. Oggi, dopo sei mesi che il forum è stato chiuso, all’inizio di gennaio, arrivano ancora lettere di protesta”. Prima di arrivare al romanzo, la Schelotto ha ripercorso le sue ventidue pubblicazioni precedenti. “Mi piace ricordare il mio primo libro importante, ‘Matti da legare’ del 1989 – ha detto – che è stato a suo modo rivoluzionario. Ho raccontato cinque casi clinici nei quali lo psicoterapeuta ha sbagliato diagnosi. Matti per sbaglio dei loro terapeuti. Storie incredibilmente sconvolgenti”. Il romanzo ‘Chi ama non sa’, edito da Rizzoli nel 2016, è il primo esperimento del genere di Gianna Schelotto che nella sua carriera si è dedicata prevalentemente ai saggi. “Avevo voglia di scrivere solo una storia in libertà – ha spiegato Schelotto – senza spiegare niente, che ciascuno possa leggere e interpretare secondo la propria sensibilità. Cercando la storia da raccontare me ne sono venute in mente due, una che mi ha stupito per l’ostilità che c’era tra i due coniugi che si rinfacciavano da sempre le conseguenze di un ‘matrimonio riparatore’ in seguito a una gravidanza, l’altra è la storia di due ragazzi molto innamorati che attraversano il passaggio da figlio a genitore. Da queste è nata la storia di Luca, che scappa nella notte in cui sta per nascere suo figlio”. “Il titolo ‘Chi ama non sa’ – ha aggiunto – nasce dal fatto che abbiamo tanti modi di affrontare l’amore per gli altri e nemmeno noi li conosciamo. Non sappiamo e non vogliamo sapere”. Protagonista del romanzo, oltre ai quarantenni di oggi, è il sentimento paterno. “Solo negli ultimi anni – ha aggiunto Schelotto – si è arricchito, a cominciare da quando i papà cominciarono a spingere le carrozzine. Anche attraverso l’ecografia, ad esempio, che dal punto di vista psicologico permette all’uomo di vedere suo figlio. Prima il padre non aveva un rapporto diretto con il figlio in grembo, se non tramite la madre”. Altro tema toccato è quello del matrimonio, oggi meno resistente di un tempo. Perché? “Ultimamente si separano anche le persone molto avanti negli anni – ha raccontato la psicoterapeuta –, mi viene in mente una signora di 75 anni che ho conosciuto: dopo aver sopportato tutta la vita un marito ‘farfallone’ che l’aveva tradita mille volte, ha detto basta e se ne è andata. Mi disse: ‘ho deciso di prendermi quel che resta del giorno’. Al contrario, ci sono quelli che avanti con gli anni decidono di tornare insieme. Questi sono i due filoni, è difficile trovare un perché”. La chiusura del caffè letterario, seguito con grande attenzione dai presenti, è stata affidata a una riflessione di Gianna Schelotto su chi è il buono psicologo. “C’è una grande differenza tra compassione ed empatia – ha spiegato – lo psicologo serio entra nei panni nell’altro e riesce a capire cosa sta provando in quel momento. Il mio grande maestro, Cesare Musatti, diceva: ‘Se vi telefonano che stanno male, dite che siete un altro e buttate giù il telefono’. La garanzia dello psicologo è che lui rimane fedele a se stesso: la sua fermezza e sicurezza deve trasferire sicurezza all’altro”.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.