Animali domestici, la giunta vara il disegno di legge: tutte le novità

PERUGIA – Incentivi all’adozione dei cani dai canili e maggiore possibilità di accesso degli animali di affezione ai luoghi pubblici nel rispetto delle norme igieniche. C’è anche questo nel disegno di legge approvato dalla giunta regionale, su proposta dell’assessore al Welfare Luca Barberini. Un intervento che porta delle modifiche e delle integrazioni alla legge regionale 9 aprile 2015, n. 11 (Testo unico in materia di Sanità e Servizi sociali) e alla legge regionale 30 marzo 2015, n. 8 (Disposizioni collegate alla manovra di bilancio 2015 in materia di entrate e di spese – Modificazioni ed integrazioni di leggi regionali. In questo contesto cambiano dunque le norme legate al benessere animale, alla tutela degli animali da affezione e alla prevenzione e controllo del randagismo, tenendo conto delle esigenze proprie della comunità locale, nonché dell’evoluzione normativa e attivando percorsi di partecipazione delle associazioni.

In particolare, la proposta di legge, oltre a riconoscere lo status di essere senziente a qualunque specie animale, tra i tanti aspetti previsti, promuove e valorizza il ruolo degli animali di affezione nella vita della collettività e del singolo individuo, sostiene l’accesso degli animali di affezione ai luoghi pubblici, ai mezzi pubblici, alle strutture ricettive e sanitarie, ovviamente nel rispetto delle norme igieniche e di sicurezza. Vengono anche favoriti la conoscenza e l’utilizzo degli animali di affezione per interventi a valenza terapeutica, riabilitativa, educativa e ludico-ricreativa, tutelandone il rispetto e il benessere. Inoltre, viene promossa l’adozione degli animali ospitati nei canili rifugio e in quelli privati convenzionati, anche mediante intese con l’Università degli Studi di Perugia e campagne di sensibilizzazione da realizzare in collaborazione con i Comuni, con i servizi veterinari e con le associazioni di volontariato per la protezione degli animali. Vengono, infine, individuati gli interventi di medicina veterinaria erogati agli animali di affezione e inasprite le sanzioni a carico di chi contravviene le disposizioni della legge. “La Regione Umbria – spiega l’assessore Barberini – ha sempre seguito con attenzione il tema della protezione degli animali, dal 1986 si è dotata di una legge per la prevenzione del randagismo ed ha istituito l’anagrafe canina. Nel 1994, l’Umbria, tra le prime in Italia, ha emanato una legge regionale che disciplina in maniera organica in materia di tutela degli animali da affezione”.

L’intervento normativo in questione è motivato dall’esigenza “di armonizzare il Testo Unico regionale con il nuovo assetto organizzativo istituzionale ed in particolare con il processo relativo al riordino degli enti territoriali. Nell’ambito delle politiche sociali, abbiamo ritenuto opportuno fare un ulteriore passo avanti nel percorso di riforme avviato con la legge regionale n. 10/2015, che punta a ridisegnare e semplificare gli assetti istituzionali e le funzioni amministrative regionali, con l’obiettivo di migliorare il rapporto tra le amministrazioni pubbliche e i cittadini. In pratica – aggiunge Barberini – la modifica legislativa introdotta nel campo del sociale prende atto della definitiva cancellazione degli Ambiti Territoriali Integrati (ATI) e riconferma il protagonismo dei Comuni, titolari della funzione sociale, obbligatoriamente associati nella Zona sociale, quale livello ottimale della programmazione territoriale e della progettazione ed erogazione dei servizi e degli interventi nel welfare. In questo modo – ha detto l’assessore –, in linea con quanto previsto dalla proposta di nuovo Piano sociale regionale, si è voluto rilanciare una nuova e incisiva stagione di programmazione territoriale per innovare profondamente i servizi sociali e per rispondere ai mutati bisogni espressi dalla comunità regionale, mettendo al centro le persone”. Ribadita poi l’autonomia programmatoria e di gestione delle Zone sociali, una realtà che “ottimizza le risorse dei Comuni e riducono le spese amministrative promuovendo, a livello territoriale, anche grazie allo snellimento di procedure previste dal disegno di legge, la partecipazione e il coinvolgimento del Terzo settore e del privato sociale grazie ai tavoli zonali di concertazione e di coprogettazione”.

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