“Bullo? No grazie”. Percorso di sensibilizzazione all’Istituto De Gasperi – Battaglia di Norcia

 

NORCIA – “Bullo? No grazie”. Partendo da quest’ultima domanda va detto che a Norcia l’Istituto Omnicomprensivo- De Gasperi- Battaglia ha deciso di intraprendere un percorso di sensibilizzazione ed educazione su queste due tematiche attraverso un seminario. Il 19 Aprile di quest’anno si è tenuto un incontro presso la Ludoteca tra gli studenti e alcune personalità di spicco quali il Dott. Paolo Picchio, cofondatore del Centro Nazionale cyberbullismo casa pediatrica Fatebenefratelli di Milano e il capitano P. Trotta, comandante della compagnia CC di Norcia. Durante il dibattito si è parlato delle regole della sicurezza nella navigazione in rete, del comportamento assertivo da adottare nei confronti degli altri fondato sul rispetto e la considerazione delle opinioni e dei valori altrui.Se il bullismo è una forma di prevaricazione fisica e/ o psicologica e oppressione reiterata nel tempo da parte di singoli individui o gruppi potenti, il cyberbullismo è una forma di prepotenza virtuale attuata attraverso l’uso dei nuovi media con connessione ad internet. Per il suo carattere virale, atemporale e la garanzia di anonimato che fornisce agli utenti, internet ha il potere di amplificare i danni arrecati ad una vittima.

Nel 2017 è stata approvata e messa in vigore la legge 71 recante ”Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”, in tutte le sue manifestazioni. La legge definisce il ruolo della scuola di fronte a questo fenomeno e stabilisce che in ogni istituto venga individuato, tra i professori, un referente per le iniziative contro il bullismo e il cyberbullismo; prevede che gli alunni e il personale scolastico siano formati ed educati su queste forme di violenza ed espressioni di odio attraverso le ”linee di orientamento” fornite dal Miur (Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca) e prevede che, qualora si verificassero episodi di cyberbullismo, le famiglie o i tutori dei minori coinvolti siano informati dal dirigente scolastico.

La vittima di cyberbullismo di almeno 14 anni e i genitori o tutori di questa possono richiedere al gestore del sito internet o del social media un’istanza per l’oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi altro dato personale del minore presente in rete. Se ciò non avviene entro 48 ore ci si può rivolgere al Garante della privacy.

Oltre alla giustizia hanno un ruolo determinante per la prevenzione del cyberbullismo la famiglia in primis e la scuola in secundis.

”Cosa deve essere insegnato ai giovani?” vi potreste chiedere. Il valore della diversità vi rispondo io, quello della tolleranza aggiungo, del rispetto, del senso di responsabilità e comunità.

E chissà che quest’alfabetizzazione emotiva non sia un primo passo verso il cambiamento. Verso l’incontro e l’accettazione dell’altro e l’amore per se stessi. Perchè dietro un atto di bullismo c’è sempre un individuo o più individui feriti e problematici, bisognosi di aiuto e comprensione.

Francesca Funari

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