Città di Castello, corso per giornalisti su “Privacy e stampa”

CITTA’ DI CASTELLO – Riservatezza ed attività giornalistica è stato il tema del corso valido per i crediti della formazione obbligatoria dell’Ordine dei giornalisti a Città di Castello in collaborazione con il Centro di formazione G.O. Bufalini che ha messo a disposizione l’Officina della Lana. Oltre cinquanta iscritti per il tema di forte attualità della privacy, “un fronte che nel sistema dei mass media italiani è sempre aperto sui fatti di cronaca per il proliferare o lo specializzarsi di regole, con cui si confrontano sia i magistrati nell’interpretazione sia gli stessi giornalisti nell’applicazione quotidiana ai fatti di cui si occupano” ha detto Michele Bettarelli, vicesindaco e assessore alla Cultura del comune di Città di Castello, per il quale “l’obbligo formativo è giustamente una prassi ormai ordinaria per molte categorie ordinistiche e professionali; lavoriamo perché il Centro di formazione professionale G.O. Bufalini possa diventare un riferimento nell’organizzazione e gestione di questi calendario anche in forza delle dotazioni tecnologiche e logistiche. Come Comune siamo chiaramente molto aperti ad ospitare incontri in cui i temi trattati rispondono a interessi non circoscritti alla categoria e, come in questo caso, all’esigenza di tutelare la sfera personale dall’occhio sempre più penetrante e onnipresente dei social”. A moderare l’incontro è stata la giornalista Vanna Ugolini, consigliera dell’Ordine dei giornalisti dell’Umbria, che ha introdotto il tema dal versante dei giornalisti e di chi è inserito nella produzione di notizie. Fabrizio Boldrini, direttore della Fondazione Alice Hallgarten – Centro Studi Villa Montesca ha tracciato un quadro di come la privacy viene trattata in Europa e dei progetti collegati alla sua violazione, come ad esempio il cyberbullismo, oggetto di un progetto specifico della Fondazione, mentre l’avvocato Giuseppe Serafini ha esemplificato le innumerevoli varianti che la privacy determina quando si passa dalla teoria alla pratica. Uno dei temi in evidenza rispetto alla protezione dei dati sensibili, ora ribattezzati “particolari”, come ha sottolineato il giudice del Tribunale di Spoleto Simone Salcerini, è il diritto all’oblio, il diritto cioè a non essere sine die ricordato e stigmatizzato sulla rete per reati commessi e in qualche maniera estinti. Su questo fronte, i pronunciamenti dei giudici possono urtare con la sensibilità comune verso crimini particolarmente odiosi ma l’esercizio dei diritti oggi è un cantiere sempre aperto e rimodellato dalle nuove tecnologie, dalla loro viralità e capacità di amplificare messaggi. Anche la privacy, un concetto nato da internet, deve sottostare in qualche maniera all’innovazione permanente della rete, che nasconde insidie per la sfera personale, essendo always on, sempre connessa e sempre in ascolto. A partire dunque da conclusioni sempre provvisorie sui limiti da osservare “quando il privato diventa pubblico”, dall’incontro è sembrato emergere come l’attività giornalistica non sia riconducibile ad altre attività e conservi un suo statuto nel dividere ciò che alla pubblica opinione deve essere rivelato per interesse e rilevanza e ciò che deve rimanere protetto, rispettando il principio di tutela della persona sancito dalla Costituzione. All’incontro è intervenuto anche il presidente della FNSI Umbria Marco Baruffi, invitando i presenti a partecipare al flash mob per la libertà di stampa in programma stamattina, martedì 13 novembre, davanti alla Prefettura di Perugia.

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