Confartigianato Terni contro il Sii sul massimo ribasso
TERNi – Le imprese fornitrici degli enti territoriali stanno affrontando una situazione difficilissima, più volte denunciata da Confartigianato, sia per le problematiche inerenti gli appalti al massimo ribasso, che per le difficoltà di incasso dei crediti maturati. “Il SII – dice Confartigianato – non può far finta di non conoscere i risvolti negativi di questo sistema. Le imprese sono costrette ad una eccessiva e pericolosa pressione sulla riduzione dei costi, che porta troppo spesso le imprese sane a subire una vera e propria concorrenza sleale per effetto di fenomeni degenerativi, che possono risolversi in minore sicurezza nelle condizioni di lavoro, minore qualità delle esecuzioni, minore affidabilità e continuità dei soggetti. Gli enti appaltanti dietro la facciata puramente astratta del perseguire l’interesse generale di abbattere i costi, si trovano sempre più spesso in realtà a fare i conti con i costi aggiuntivi successivi al momento dell’appalto relativi appunto alle degenerazioni sopra illustrate. E’ proprio per questo che nemmeno gli utenti finali dei servizi, che dovrebbero beneficiare degli ipotetici risparmi determinati dal sistema del massimo ribasso, vedono nei fatti migliorare la qualità e l’economicità dei servizi ricevuti. Inoltre trattandosi di politiche che costringono le imprese fornitrici in molti casi a lavorare ingiustamente in perdita sarebbe doppiamente grave da parte del SII motivare queste politiche con l’intento di diminuire i prezzi finali del servizio che nel nostro Territorio sono eccessivamente alti, perché significherebbe che il SII sta perseguendo una politica tendente a scaricare sui fornitori i costi della propria inefficienza interna”.
“Il massimo ribasso è un sistema assurdo, nel quale alla fine nessuno ci guadagna e molte sono le iniziative in Italia per giungere a un ripensamento. Il SII (Servizio Idrico Integrato scpa) invece ci si trova benissimo e ritiene di fare tentativi di dubbia legittimità e certamente inopportuni e irresponsabili in senso peggiorativo, che denotano un’ansia speculativa che appare inaccettabile da parte di una rilevante stazione appaltante del Territorio. il SII infatti è del tutto indifferente alla normativa in vigore che prevede, senza possibilità di equivoci, che l’appaltante non possa fissare arbitrariamente i valori a base d’asta, ma anzi debba rispettare una stringente procedura che prevede che tali valori siano ampiamente motivati tecnicamente (computo metrico) e discendano da stime e valutazioni esterne e per quanto possibile aggiornate e oggettive (prezziario regionale)
Infatti nella recente procedura definita “ricerca di mercato per lavori di manutenzione straordinaria” pubblicata dal SII e per la quale si è appena concluso l’iter di presentazione delle offerte economiche, prima procede formalmente alla fissazione dei valori a base d’asta, poi prevede un ribasso minimo obbligatorio al quale le imprese devono adeguarsi a pena di esclusione, con l’intento evidente di eludere la normativa e di ridefinirsi a proprio piacimento, su un livello notevolmente più basso, i valori posti a base d’asta. In questo modo la già eccessiva competizione alla quale sono spinte le imprese nel sistema del massimo ribasso viene ulteriormente peggiorata dal comportamento, che non riusciamo a definire diversamente che “speculativo” del SII. Inaccettabile appare sia la condotta che l’atteggiamento del SII, considerato che alle rimostranze ufficiali dell’Associazione il SII risponde candidamente che il proprio intento era proprio quello di rideterminarsi volontariamente la base d’asta.
Inoltre anche se si verificasse che i ribassi di aggiudicazione finali fossero comunque più ampi di quelli “minimi” imposti dal SII questo non modificherebbe in nulla la gravità del comportamento denunciato, perché risulterebbe in ogni caso dimostrato che il SII avrebbe deciso di far partire la competizione tra le imprese da un livello più basso di quello equo calcolato dai periti, proprio per premere sulle imprese fornitrici e spingerle a lavorare con margini inesistenti o addirittura in perdita.
Confartigianato Terni, ritenendo la procedura sopra richiamata censurabile sotto diversi profili, dopo aver evidenziato ufficialmente al gestore del Servizio Idrico le problematiche riscontrate e sopra richiamate, ha provveduto ad effettuare formale segnalazione all’ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione), riteniamo infatti che non possa essere accettata in nessun modo una condotta come quella descritta lesiva degli interessi delle imprese e contraria al necessario comune sforzo di rilancio dell’economia del Territorio”.