Decreto “Sblocca Italia”, Asppi di Perugia: “Buon inizio per l’immobiliare”

PERUGIA – “È stato finalmente firmato dal presidente della Repubblica il decreto 133 del 2014 cosiddetto ‘Sblocca Italia’ che, seppure non risolutivo, rappresenta un buon inizio per un comparto, quello immobiliare, in completa stagnazione. Peccato che queste nuove disposizioni dettate per favorire il mercato delle locazioni e per incentivare i contratti a canone concordato non siano minimamente supportate a livello locale con provvedimenti di pari impegno”. Questo il commento di Giacomo Iucci, segretario dell’Associazione piccoli proprietari immobiliari (Asppi) provinciale di Perugia.

“Il decreto – spiega Iucci – prevede l’esenzione dalle imposte di registro e di bollo per gli atti con i quali le parti dispongono esclusivamente la riduzione del canone di locazione. È inserita, inoltre, una prima apertura a favore delle locazioni commerciali che consente alle parti di concordare contrattualmente termini e condizioni in deroga all’articolo 79 della legge numero 392 del 1978, anche se limitato ai soli contratti ove sia pattuito un canone annuo superiore a 150mila euro”. “Importante anche l’articolo 23 del decreto – ha spiegato ancora Iucci – che prevede per il conduttore l’immediato godimento dell’immobile e la possibilità, entro un termine stabilito dalle parti, di dedurre dalla somma dovuta per l’acquisto la parte versata mensilmente come canone di locazione. Altro aspetto positivo riguarda l’acquisto di abitazioni da concedere in locazione a canone concordato per almeno otto anni consecutivi. Questa norma riconosce all’acquirente, persona fisica non esercente attività commerciale, una deduzione pari al 20 per cento del prezzo di acquisto, ripartita in otto quote annuali, a condizione, per il momento, che il venditore sia una impresa di costruzione”. Iucci è passato, poi, ad analizzare la situazione a livello locale. “I Comuni della provincia di Perugia ad alta densità abitativa (Città di Castello, Corciano, Foligno, Gubbio, Perugia, Spoleto, Todi e Umbertide) nei quali è possibile stipulare contratti a canone concordato, con la conseguente possibilità di applicare la cedolare secca al 10 per cento, si sono distinti, a parte qualche eccezione, per il totale disinteresse nel definire aliquote Imu e Tasi agevolate per gli immobili concessi a canone calmierato”.

“Il Comune di Corciano – ha concluso Iucci portando alcuni esempi – ha previsto per gli immobili concessi a canone concordato l’Imu al 5,1 per mille e la Tasi al 2,5 per mille, Foligno l’Imu 8,6 per mille e Tasi al 1 per mille, Città di Castello, Spoleto e Umbertide, rispettivamente al 7,9 al 8,5 e all’8,6 per mille, e quest’ultimo con Tasi al 2,8 per mille. Il Comune di Perugia merita una citazione particolare: 10,6 per mille sulle seconde abitazioni, anche concesse a canone concordato e 3,3 per mille di Tasi sulla prima casa. Il massimo consentito dalla legge. Sono sempre più numerosi e delusi i piccoli proprietari immobiliari che avevano riposto fiducia in questa amministrazione che si era impegnata in campagna elettorale a ridurre la tassazione sugli immobili abitativi e commerciali. La realtà è che al momento non sembra neppure riconfermata dal Comune di Perugia, la somma stabilita nel 2013 per il rimborso dell’Imu per i proprietari che hanno concesso le abitazioni a canone concordato”.

 

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