Disagio giovanile e rischio psicosi: modelli di assistenza a confronto. Convegno di esperti alla Facoltà di Medicina

PERUGIA – Come  affrontare i problemi legati al disagio giovanile è  un tema di grande attualità e interesse comune, dalle molteplici sfaccettature. “Infanzia e adolescenza sono notoriamente momenti di particolare fragilità personale, perché i ragazzi devono affrontare oltre ai cambiamenti del corpo, soprattutto una maturazione interna che riguarda le relazioni e i modi di pensare, e in questa fase critica possono emergere importanti forme di disagio e sofferenza emotiva – sintetizza il prof. Andrea Raballo del  gruppo di lavoro del prof. Alfonso Tortorella, direttore del servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell’Azienda Ospedaliera di Perugia- . Una sofferenza – aggiunge- che può essere sia  fisiologica che evolutiva  con  rischio di sviluppare condizioni psicopatologiche importanti come le psicosi”.  Sul tema  è stato organizzato  un convegno in programma  per mercoledì 5 giugno nelle aule didattiche  della Facoltà di Medicina del  Polo Unico, dal titolo  “Stati mentali a rischio di psicosi”, che vedrà il confronto tra il modello anglo-americano e quello che si sta sviluppando in Umbria. Ospite dell’incontro la dott.ssa Maria Ferrara, che si è occupata del disagio giovanile in strutture dei  servizi territoriali dell’ Emilia Romagna e che da tre anni  è la  responsabile del Programma per il trattamento degli esordi psicotici (STEP) del Dipartimento di Psichiatria dell’ Università di Yale (Stati Uniti). Con lei il  prof.  Andrea Raballo, con  esperienze in Scandinavia e Australia  e di recente  nominato  vice-presidente della sezione di psicopatologia della Organizzazione Mondiale di Psichiatria (WPA).  Il primo e più importante dato a disposizione della comunità scientifica  riferisce che circa il 70%  degli adulti con problemi di salute mentale ha manifestato per la prima volta uno stato di malessere evidente durante l’adolescenza o la pre-adolescenza.

“L’intervento  più urgente del  servizio sanitario nazionale è quello di concentrare risorse  sul  riconoscimento di  condizioni  psicogene dell’adolescente , evitando così  lunghi anni di inutili sofferenze personali e familiari – sottolinea il prof. Raballo-. Proprio per questa ragione abbiamo  intrapreso un’attività  ambulatoriale di  secondo livello che si propone una diagnosi precoce dei  disturbi mentali gravi in preadolescenza e adolescenza, adottando  le più recenti metodiche sperimentate a livello internazionale”.