Europa, l’Assemblea legislativa approva la risoluzione sul programma annuale della Commissione europea

PERUGIA – L’Assemblea legislativa si è riunita per la prima volta in sessione europea e ha approvato la risoluzione che mette in evidenza delle priorità all’interno del programma della Commissione. Favorevoli in 14, cioè i consiglieri di Pd, SeR, Fi, Rp e Fdi, contrari i due leghisti mentre il M5S si è astenuto. Le priorità individuate sono state tre, tutte ritenute identitarie e caratterizzanti l’Umbria:  l’agenda per le nuove competenze per l’Europa, il pacchetto di economia circolare, la strategia del mercato unico.

Nel corso del dibattito, su proposta del consigliere Andrea Liberati (M5S), l’Aula ha osservato un minuto di silenzio per ricordare la parlamentare inglese Jo Cox, uccisa negli scorsi giorni. Il presidente della prima commissione, Andrea Smacchi (Pd), nella sua relazione ha messo in evidenza come questa sia la “prima volta che l’Assemblea Legislativa dell’Umbria si riunisce in sessione europea. Questa proposta di risoluzione è una prima importante dimostrazione della volontà di quest’Aula di essere protagonista nella formazione della normativa comunitaria affermando alcuni temi identitari e caratterizzanti la nostra Regione all’interno della programmazione: l’agenda per le nuove competenze per l’Europa, il pacchetto di economia circolare, la strategia del mercato unico. È un primo punto di partenza fondamentale in una fase in cui assistiamo alla messa in discussione ed a una profonda rivisitazione dello stesso ruolo delle regioni. L’Umbria vuole svolgere un ruolo da protagonista nella convinzione che una Regione più vicina all’Europa avvicina l’Europa ai cittadini. La stragrande maggioranza delle politiche e delle risposte che noi possiamo dare ad alcuni temi centrali dell’Umbria come il lavoro, lo sviluppo, l’ambiente, la mobilità, la formazione professionale, il capitale umano, l’innovazione, la ricerca scientifica, la competitività del territorio e la coesione sociale,  potranno essere rafforzati e potenziati solo attraverso una forte capacità non solo di gestione dei fondi strutturali e dei programmi connessi, ma anche attraverso un’azione istituzionale legislativa dell’Assemblea e della Giunta verso i livelli istituzionali comunitari ed europei. La Prima Commissione ha svolto approfondimenti e audizioni per coinvolgere attivamente il sistema regionale nell’individuazione delle priorità”.

D’accordo all’impostazione si è detto Claudio Ricci (Rp). “Auspico che nella risoluzione vi sia un riferimento al turismo. Serve lavorare per costituire un marchio unico europeo e per puntare alla diplomazia culturale. Propongo anche una riflessione sulle macroregioni viste come la somma di atti culturali e economici per includere le relazioni territoriali tra i nodi di trasporto, produttivi, scientifici, urbanistici e della comunicazione. Le macroregioni saranno gli enti intermedi tra lo stato membro e l’Unione europea. È importante puntare sulla formazione e sulle risorse umane, sull’economia circolare cercando di sprecare meno. Serve poi un mercato più equo legato ad una economia più cooperativa”. Netta la posizione di Valerio Mancini (Lega): “Il mio voto è un no assoluto a questa risoluzione perché io credo nell’Europa dei popoli e non delle banche. Non dobbiamo votare in maniera supina quello che ci arriva dall’Unione europea: serve far arrivare le informazioni a Bruxelles e non prenderle a scatola chiusa. L’UE fa quello che vuole senza alcun controllo, come ad esempio con i Ttp. Ci sono discrasie sui tempi previsti, visto che per il programma annuale della Commissione europea avremmo dovuto convocare l’Aula entro di aprile. Mancano inoltre documenti che la Giunta ci avrebbe dovuto fornire entro marzo”. Gianfranco Chiacchieroni (Pd) ha puntato l’attenzione sull’importanza della tipologia di discussione, “importante quanto quella sul nostro bilancio. La risoluzione presentata da Smacchi  riafferma le questioni sulle quali le Commissioni consiliari hanno lavorato in questi mesi, sulle quali si costruisce l’identità della nostra Regione. Ed esempio l’economia circolare è ciò  su cui abbiamo discusso in questi mesi nella commissione di indagine sulle vicende Gesenu, mettendola come scelta strategica che rafforza l’identità umbra. Così come il consumo zero del territorio, ampiamente dibattuto in Seconda Commissione, o la questione strategica delle Pmi. Elementi fondamentali per rinnovare il profilo programmatico della Regione e la nostra identità”. Se Liberati ha richiesto un minuto di silenzio per ricordare la parlamentare laburista uccisa nei giorni scorsi, la presidente Catiuscia Marini ha messo l’accento sul pacchetto dell’economia circolare, “importante per l’Umbria, per le acciaierie di Terni, per il ciclo dei rifiuti, per la riconversione industriale che trasformi i rifiuti in opportunità. La Commissione europea ha proposto una serie di misure attivabili immediatamente, come ad esempio nel campo delle scorie. C’è un incremento degli strumenti per sostenere la crescita: le Regioni dispongono dei piani operativi del fondo di sviluppo regionale, soprattutto per quanto riguarda piccole e medie imprese. La Commissione pone temi strategici come la crescita delle Pmi, il sostegno della loro innovazione, la costruzione di politiche specifiche per le start up, i problemi dell’insolvenza legata ai fallimenti, gli ostacoli normativi nei servizi alle imprese e per le costruzioni, i diritti di proprietà intellettuale, le conseguenze della direttiva-servizi. Si tratta di un quadro comunitario che impatta direttamente sul sistema regionale. Il quadro di adeguamento normativo avviene quando ve ne è la necessità, come peraltro abbiamo fatto con i testi unici. Predisporremo un rapporto che tenga conto del primo anno di avvio della programmazione 2014/20 su provvedimenti che sono già a disposizione dell’Assemblea legislativa. Renderemo conto anche di quanto avviene all’interno dei Comitati di sorveglianza della nuova programmazione. Senza l’Europa la politica agricola sarebbe molto debole, non in grado di affrontare la sfida con le potenze economiche emergenti. Mancherebbe la capacità aggregativa offerta al sistema della ricerca. Mancherebbero opportunità di mobilità per la formazione dei nostri giovani. Le radici democratiche dell’Europa affondano nel ruolo svolto dalla Gran Bretagna. È necessario che il processo europeo non arretri, anche se ci sono dei miglioramenti da fare. Andrebbe eliminato il diritto di veto di piccoli paesi che condizionano la politica europea. I temi europei sono lo specchio delle opportunità e quanto dei limiti. A settembre ci sarà a Terni un appuntamento specifico sul pacchetto dell’economia circolare, sui temi della chimica verde e dei settori industriali caratterizzati”.

 

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