Ex Fcu, la Lega: “Quale futuro per i dipendenti?”

CITTA’ DI CASTELLO – Quale futuro per i dipendenti di Umbria Mobilita? A chiederlo è il consigliere regionale Lega Nord, Valerio Mancini attraverso una question time, firmata anche dal capogruppo Fiorini, che verrà discussa nell’assise di Martedi 12 Settembre. “ La mancata manutenzione ordinaria di FCU e lo stato di abbandono in cui versano i binari e le stazioni stesse – spiega Mancini – non è un problema riscontrato solo pochi giorni fa, ma è un disagio che la Lega evidenzia da quasi 4 anni in tutte le sedi istituzionali a partire dal consiglio comunale di Città di Castello. All’origine di un disastro simile c’è la mancata programmazione da parte di Umbria Mobilità e della Giunta Marini che non si sono mai preoccupate di fare un’accurata manutenzione, né di stilare un piano di formazione per i dipendenti in ottica di una probabile, oggi certa, chiusura”.

“In tema di infrastrutture l’Umbria è diventata la barzelletta di Italia, sembriamo, anzi siamo, governati da “dilettanti” la cui lungimiranza non è certo una dote. Il drammatico epilogo di FCU poteva essere evitato: perché non fare manutenzione ordinaria con le giuste tempistiche? Perché in due anni di chiusura della tratta Città di Castello – Umbertide non sono mai cominciati i lavori di ripristino pur avendo una macchina rincalzatrice a disposizione e della quale paghiamo l’affitto? Perché alle prime avvisaglie non si è stilato un piano di emergenza? Ai tanti dipendenti, che paiono essere in esubero, che futuro si prospetta?La Lega Nord – ribadisce Mancini – ha pronta la mozione di censura per l’assessore Chianella che non solo non ha vigilato sul corretto utilizzo di soldi pubblici, ma si è preso gioco dei cittadini annunciando date ed inaugurazioni di tratte ferroviarie mai verificatesi. Chi ha responsabilità politica è giusto che ne prenda atto unitamente ai dirigenti  di Umbria Mobilità i quali, lautamente pagati non sono stati nemmeno in grado di mantenere in vita una linea ferroviaria ultracentenaria. Siamo stufi che a rimetterci siano sempre  i lavoratori per le negligenze altrui – conclude Mancini  – e facciamo notare come all’interno del già intricato puzzle si prospetti un altro enigma all’orizzonte: in questo periodo di chiusura avremo la necessità di tutelare, giustamente, i diritti dei lavoratori, ma allo stesso tempo ci saranno  persone che per mansioni o storie professionali non potranno essere pienamente impiegate su altri servizi e chi li pagherà? Io una risposta ce l’ho”: sempre i cittadini con le loro tasse”.

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