Ex Merloni, Recchioni (Fiom Cgil) vede il bicchiere mezzo vuoto
NOCERA UMBRA – “Qualcosa di importante si è mosso per rilanciare l’area di crisi Merloni”. Vede rosa Luciano Recchioni della Fiom Cgil, che commenta i dati alla chiusura del bando di Invitalia. “Tanti sono i soldi messi a disposizione da Governo e Regione ( 28 milioni di euro ). Dopo la chiusura dei bandi, sono emerse 23 aziende tra Umbria e Marche che produrranno investimenti complessivi di 118.5 milioni di euro più ulteriori 70 milioni provenienti da agevolazioni, il tutto dovrebbe poi portare una occupazione, tra le due regioni, di circa 600 lavoratori” Quindi tutto bene? Certo rispetto alla ormai cronica e drammatica situazione occupazionale della ex area A. MERLONI – dice Recchioni – questa è molto di più di una boccata di ossigeno ma ci sono almeno due aspetti che personalmente ritengo che non sono stati presi in giusta considerazione e credo che siano in linea con dubbi espressi in merito da figure importanti della CGIL regionale”.
“Da rappresentante dei lavoratori e da esponente della Fiom Cgil, faccio presente che le aziende che hanno aderito ai bandi, a parte una, non sono localizzate sulla fascia appenninica umbra e inoltre ritengo ancor di più disdicevole il fatto che non si parla di ricollocamento obbligatorio dei lavoratori ex A. Merloni visto il tema. Considero quindi il bicchiere mezzo vuoto e non posso non mettere in evidenza come anche in presenza di molti soldi messi ha disposizione, la fascia appenninica, dove la crisi occupazionale ed economica ha colpito maggiormente nella regione Umbria, sta ancora colpendo e ancora colpirà, visto che ad ottobre per oltre 250 persone provenienti dalla ex A. Merloni finirà la mobilità e quindi non avranno più ammortizzatori sociali e si andranno ad aggiungere alla fila, già lunga, di quelli dell’ottobre 2015. Faccio quindi un appello alle istituzioni per una gestione più dettagliata nel rilanciare l’area di crisi della ex A. Merloni , se da una parte l’imprenditoria della fascia appenninica non è stata in grado, per i più svariati motivi ad accedere ai bandi, non si può non tener conto dei dipendenti ex A. Merloni, che senza una attenta gestione, rischiano di non trovare alcun lavoro a causa dai dati anagrafici”.