Gualdo Tadino, al Museo civico Rocca Flea l’installazione “Evoluzione”

GUALDO TADINO – Sabato 7 aprile alle ore 11.00 a Gualdo Tadino, presso il Museo Civico Rocca Flea, a cura del Polo Museale, sarà presentata l’originale installazione Evoluzione di un uomo tatuato, con diciotto teste in alluminio e bronzo realizzate da Marco Manzo, uno dei tatuatori più famosi a livello internazionale e da Marcello Simonetti, grande maestro anàtomo scultore. Gli spettatori potranno ammirare scultura e tatuaggio insieme, uniti in un percorso simbiotico che valorizza parimenti entrambe le discipline artistiche.

Su nove di queste opere, Marco Manzo, partendo da un modellato in gesso di Marcello Simonetti, ha inciso motivi ornamentali di foglie di acanto utilizzando le stesse tecniche praticate per l’esecuzione del tatuaggio. Per la prima volta a Gualdo Tadino, inoltre, il nuovo lavoro Evoluzione di una donna tatuata: cinque sculture, due in alluminio e tre in ceramica. Si aggiungono tre busti in ceramica di Marco Manzo raffiguranti il corpo tatuato dell’attrice-regista Asia Argento, appassionata da sempre di arte del tatuaggio, musa ispiratrice non solo nel cinema, ma anche nel mondo della body-art.

Le incisioni sono state effettuate con la macchinaCheyenne Pen Gold special edition Tattoo Forever, in continuità con il concetto di “Arte per fare Arte” ideato dallo stesso Manzo: nell’opera l’artista interviene con la stessa tecnica con cui si tatua la pelle. Il percorso è stato presentato per la prima volta nella sua interezza, in occasione dell’evento #Instants, generando così un “dialogo virtuale” con l’installazione monumentale Back Music di Marco Manzo, Alessandro Di Cola e Max Gazzè. La mostra è aperta da giovedì a domenica e festivi, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, fino al 6 maggio. Per informazioni è possibile contattare lo 0759142445 o scrivere a info@roccaflea.com.

Note biografiche

Marco Manzo, artista tatuatore tra i più famosi al mondo, vincitore di oltre 75 premi nazionali e internazionali, negli ultimi mesi ha partecipato a diverse rassegne ospitate in più musei d’arte contemporanea. Tra queste, per citarne alcune, “Prospettive del terzo millennio” al museo MACA, la rassegna “Stregarti-Premio Arco di Traiano” presso il costituendo museo SAMAC di Benevento e la 9° edizione del “Premio Limen”, presso l’omonimo museo. Durante la sua carriera è riuscito a portare avanti con successo il suo segno nel mondo del tatuaggio, settore di cui è precursore e principale esponente, in particolare dello stile ornamentale; ovvero quello che a tutti gli effetti si può definire un vero e proprio virtuosismo artistico. Ricordiamo inoltre il MAXXI e il MACRO di Roma, istituzioni dove sono state presentate le sue opere come: “espressione d’arte contemporanea e d’alta moda”. Ha interagito e collaborato con molti autori appartenenti al mondo della musica e del cinema. Con la regista e attrice Asia Argento ha realizzato la perfomance dal titolo “Asia Argento va in altalena”. È nello stesso periodo che crea la Cheyenne Pen Gold – Special Edition Tattoo Forever, già contestualizzata come opera d’arte al MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma.

Marcello Antonio Simonetti, alias Simone, è scultore anàtomo artistico, proveniente dall’Accademia di Belle Arti di Perugia. Già ordinario nell’Istituto Statale d’Arte di Urbino e Accademico Ordinario dell’Accademia Raffaello, Simonetti ha saputo coniugare perfettamente nelle sue opere monumentali gli elementi della cultura umbra e urbinate. Tutti i giorni da Gualdo Tadino, dove abita con la sua famiglia, lo scultore Simonetti sale sull’auto “color amaranto”, così come la definisce lui, guidando fino alla cittadina di Sigillo per immergersi nel silenzio del suo studio.

Ha scritto di lui lo storico dell’arte Enzo Storelli: “modellatore di singolare qualità, estraneo a mode, Simonetti palesa un innato senso del volume perché così intende la scultura, e, pur manifestandosi cultore di precisi valori plastici, consegue interessanti esiti di astrazione formale. Che dire di quel certo timbro manieristico, di quella sfumata levità della composizione? Le sue opere evocano il Barocci, il maestro sicuramente osservato e ammirato dall’autore nel lungo tempo trascorso ad Urbino”.

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