Elezioni, tutti gli scenari del dopo voto in Umbria: le ricadute sulle future alleanze e i nuovi assetti

E’ una partita decisiva quella che si apre questa notte, quando ad urne chiuse arriveranno i risultati. Decisiva come sempre ma questa volta con ricadute sugli assetti locali dell’Umbria e sulle future alleanze in vista delle elezioni di Terni (2023), Perugia (maggio 2024) e regionali (ottobre 2024). Si apre una partita robusta e sono in ballo i destini di Andrea Romizi (sempre più scontento) e Donatella Tesei ( sempre più in difficoltà). Sono elezioni importanti sia per i vincitori che aspirano a ruoli di vertice, sia per gli sconfitti che sperano di tornare a Palazzo Donini e Palazzo dei Priori. Poi c’è una sfida nella sfida: quella tra Fratelli d’Italia e Lega, con la Meloni impegnata a tenere sotto controllo il capo della Lega, e sottrargli quanti più voti possibile. Tanto più sarà magra la percentuale del Carroccio tanto meno probabile è la conferma della Tesei. Al di sotto di una certa soglia già da subito gli equilibri di Palazzo Donini potrebbero cambiare, con un profondo rimpasto di giunta. Dal risultato elettorale dipende il futuro della Lega Umbria nei comuni e nel governo regionale. Se lo zoccolo duro del Carroccio in Umbria si dovesse frantumare si rifletterà pesantemente sulla futura guida della Regione e dei comuni di Terni, Foligno, Umbertide e Perugia. Anche Forza Italia corre i suoi rischi. La scommessa di Azione-Italia Viva è quella di attrarre  il voto dei “moderati”. Se davvero i “terzopolisti” dovessero ottenere un buon risultato elettorale sorpassando Forza Italia per gli azzurri sarà dura perché sarebbe la prima volta che una nuova formazione politica  “centrista” scavalca Forza Italia.  Difficile fare previsioni. In Umbria però c’è anche la paura del Pd di andare incontro ad un bagno di sangue: la soglia psicologica per il segretario Bori è il 21-22%. Dato per morto nei giorni della caduta del governo Draghi, di cui è stato l’artefice, il M5S potrebbe essere la vera sorpresa di queste elezioni con Conte che si ritroverà un partito quasi personale dove potrà lavorare incontrastato.  E l’Opa sul Pd è già partita: “Non ci alleeremo mai con il Pd finché resta questa dirigenza”, ha dichiarato Conte. A questo punto i rapporti di forza tra Pd e M5S nel voto di lista saranno determinanti anche per le prossime regionali quando si tratterà di scegliere il candidato presidente. Il conto alla rovescia è iniziato. Non resta che aspettare ancora qualche ora per capire quali potrebbero essere gli scenari del dopo voto.