Gualdo Tadino, Fabrizio Evangelisti riesce nell’impresa all’Embrunman

GUALDO TADINO – Alla fine c’è riuscito, ancora una volta. Fabrizio Evangelisti ha terminato l’Embrunman, la gara di triathlon più dura, costituita da 14 ore tra nuoto, bicicletta e maratona. Quest’anno a muoverlo però c’era un motivo nobile, la sensibilizzazione per la ricerca contro la fibrosi cistica, come gli aveva chiesto la sua amica Fabiola.

“L’unico elemento mancante era il fuoco e magari ci voleva anche un vulcano in eruzione ! Un delirio rispetto all’anno passato – racconta Fabrizio su Facebook – una vera lotta contro il maltempo e la montagna. Cadute in discesa e scene assurde. Discesa resa difficile dall’asfalto umido e la poca visibilità. Non era così scontato che la finissi. Migliorato di 32 minuti rispetto l’anno passato. Vento e pioggia per almeno 8 ore, forcellino del cambio piegato e almeno 20 minuti per far ripartire la bici. Peccato per il tempo perso, ma ho creduto di dovermi ritare. La catena non andava. La bici non voleva ripartire. L’ho strappata via a forza dai raggi, mani completamente nere per il grasso e qualche taglio, ma sono ripartito. Con qualche minuto in più e qualche rapporto in meno”.

L’arrivo è il momento più bello ed emozionante: “All’arrivo ho esultato , perché stavo ripensando a quando la catena non stava rientrando. Ho sempre e solo visualizzato tutto il tempo al traguardo, ho pensato alle tante persone che avrebbero tratto forza da questa iniziativa, ho pensato al malato che non può mollare mai. Quando è arrivato il momento di fermarsi, alla fine, sulla linea d’arrivo, mi sembrava un miraggio e allora ho esultato. Ce l’abbiamo fatta!! Ora qualcuno parlerà di questa impresa e parleranno anche della maglia che indossavo. La maglia della lotta alla fibrosi cistica che è passata sull’Izoard in mezzo alle nuvole e la pioggia, durante il giorno del triathlon ironman più duro al mondo. Per me e il mio livello di allenamento è stata molto dura. Credo di aver fatto bene e di essermi fatto rispettare. Non era così scontato che la finissi. Grazie a tutti per il supporto. Sono commosso e la vostra presenza si è sentita per tutto il tempo. Fate lo stesso con chi affronta tutti i giorni una guerra vera, fatta di cambi rotti e sfighe di ogni tipo. Sentirsi circondati dall’affetto della propria comunità è fondamentale e il mio è solo un gioco a cui si cerca di dare un senso più profondo che forse non ha neanche !!”

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