Astrofisico perugino in fuga dall’Italia, trova successo in Cile

PERUGIA – Con una laurea in astronomia, e 35 libri al suo attivo, il perugino Daniele Gasparri, classe 1983, può tranquillamente rientrare nella categoria della “fuga di cervelli”. Direzione Cile, dove ili giovane scienziato ha fatto un dottorato di ricerca e dove ha trovato lavoro. «L’Italia ha infranto i miei sogni – afferma il giovane –, li ho ritrovati nel deserto del Cile”. Ora lavora nel deserto di Atacama, il più antico e secco del pianeta. «Ora ho una prospettiva e, soprattutto, un futuro. Si tratta di un dottorato di ricerca in Scienze planetarie all’università di Atacama. L’Italia? – s’interroga Daniele –, sì è un Paese meraviglioso e lo resterà sempre, ma io lo vivrò solo come turista. Se dovessi descrivere con una sola parola le peripezie vissute dopo la laurea, la parola giusta sarebbe questa: frustrazione». Daniele ha ancora fissate nella mente le parole del suo professore al primo giorno del corso della laurea specialistica: «Quasi nessuno di voi avrà un futuro in Italia. Dovete affrontare questo periodo di studi con la consapevolezza che prima o poi, per realizzarvi, dovrete passare anni all’estero». La critica all’italico sistema è dura e Daniele non risparmia frecce con la punta al veleno; «Qui da noi, in Italia, almeno dalla mia esperienza, ogni idea viene spenta sul nascere ed è una sensazione che a lungo andare ti toglie l’entusiasmo di vivere. Quando agli inizi presentai un mio libro a un editore mi rispose cosi: ‘il suo libro è interessante e scritto pure molto bene, ma lei non è nessuno, rimarrà nel suo cassetto’». Ora l’astrofisico è pieno di entusiasmo, ha la sua vita e sta realizzando i suoi sogni e progetti. «Prima di decidere – racconta ancora il giovane –, pensavo che mi sarei sentito solo, perso, spaesato, che sarebbe stato molto difficile. Invece l’unica cosa che è successa è stata rinascere, ritrovare l’entusiasmo e un senso di libertà che avevo perso in questi ultimi anni, senza rendermene pienamente conto». E dopo tanta amarezza, precariato e tante delusioni, e di fatto un fallimento dopo l’altro, arriva la svolta. «Così il 5 dicembre scorso ho preso un aereo, sono venuto a vedere Copiapó, capitale di Atacama, e l’università di Atacama. Ho fatto la selezione per il posto di dottorato e l’ho vinta. Per i prossimi quattro anni, quindi, apprenderò come diventare un ricercatore, ma non mi limiterò solo a questo. Il Cile vuole crescere e lo si vede ovunque, da quando sono qui ho conosciuto persone che mi hanno proposto progetti e idee, valorizzando la mia esperienza di divulgazione, pur non conoscendo affatto il mio nome. Ho ricevuto più proposte qui in un mese che in Italia in dieci anni. E’ una mentalità differente, più pragmatica e il sistema ti aiuta, invece di ostacolarti. Aprire e gestire un’impresa in Cile, ad esempio, è molto facile, al punto che quando ho spiegato ai miei nuovi amici cileni i problemi che ci sono in Italia tra il pensare un progetto e realizzarlo, loro semplicemente non hanno capito». Spazio a una nuova vita quindi per il giovane astrofisico perugino, la cui partenza verso il Cile va ad incrementare la lista di cervelli che varcano i confini nazionali.

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