Gubbio, al Convento San Francesco la presentazione del libro di Scipione Rossi

GUBBIO – Nell’ambito delle iniziative ‘Un libro per l’estate’ promosse da ‘Libreria Fotolibri’,  che festeggia quest’anno i 35 anni di attività, si terrà  venerdì  25 agosto alle ore 18 nel Chiostro del Convento di S. Francesco,  la presentazione del nuovo libro dello scrittore e giornalista Gianni Scipione Rossi  ‘Lo “squalo” e le leggi razziali’, edito da  Rubbettino.  Il saggio narra  le vicende biografiche di Camillo Castiglioni (1879-1957), una delle figure più significative dell’Europa del primo Novecento,  a sessant’anni dalla morte del protagonista.  Rossi ricostruisce accuratamente la “vita spericolata” di Castiglioni partendo da Trieste sino ai primi successi imprenditoriali durante la Grande Guerra. Passa  in rassegna gli investimenti in ambito automobilistico, il crack finanziario dei primi anni Venti, spostandosi poi sulle prime esperienze “diplomatiche” di questo tessitore dei rapporti austro-italiani nel periodo interbellico. Pur essendosi convertito alla chiesa evangelica nel 1912, Castiglioni resta “ebreo”.  Ma l’autore, pur ritenendo le leggi razziali del 1938 uno “shock” sul piano personale e politico, non riduce la sua figura alla vicenda della ricerca delle benemerenze per salvare lui e la sua famiglia dalla persecuzione e dalla pauperizzazione. Castiglioni, infatti, non si arrende. Continua a tessere la sua trama fatta di epistole, incontri, pressioni diplomatiche, politiche ed economiche. Riesce a salvare i familiari con l’aiuto del diplomatico Tamaro. Prosegue le attività speculative, sostenendo la creazione di una raffineria svizzera che permetta ai capitali italiani di controllare i mercati dei carburanti.  Media un prestito a favore della Jugoslavia nell’ambito della questione triestina e dello sganciamento del paese slavo dall’area d’influenza sovietica. La figura di Castiglioni è emblematica di una certa epoca, ma lo è soprattutto di un certo modo di concepire la politica. L’autore è ben lungi dall’esprimere un giudizio morale sul biografato, che anzi dimostra a più riprese di sapersi rialzare dai propri fallimenti. Richiama alla mente  una serie di stereotipi (anche antisemiti) che hanno caratterizzato la vita “spericolata” di questo finanziere-imprenditore del secolo passato. La ricostruzione biografica di Rossi  solleva il problema della mediazione dietro le quinte, della diplomazia “segreta”, in altre parole di quella parte consistente della politica e della vita sociale che non si vede e non può vedersi.  Perché, se vogliamo individuare un filo conduttore nella ricostruzione delle peregrinazioni di questo ebreo “errante”, è indubbiamente la sua “ombra”.  La morale del racconto è paradossale: non è l’immagine a dettare la regola morale, semmai l’ombra. Ora, sappiamo quanto l’azione dietro le quinte, nell’ombra, sia stata considerata (e lo è tuttora) la quintessenza dei “poteri forti”, di coloro che intendono eliminare ciò che di più bello è sulla faccia della terra.

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