Gubbio, Angelo Peruzzi ospite del Mazzatinti

GUBBIO – Angelo Peruzzi, club manager della Lazio, ex portiere di Juve, Lazio, Inter, Roma e Verona con tanti trionfi alle spalle, ha incontrato questa mattina gli studenti del Polo Liceale “Giuseppe Mazzatinti” presso l’Aula Magna della sede di via dell’Arboreto. E’ stato accolto con grande partecipazione e calore dai giovani che gli hanno rivolto tante domande sulla sfera professionale e personale, alle quali Peruzzi si è prestato molto volentieri con assoluta disponibilità rivelando anche aneddoti importanti e simpatici della sua lunga carriera. E’ stato accolto da Maria Marinangeli, dirigente scolastico del “Mazzatinti”, e dall’Assessore allo Sport, Gabriele Damiani, che ha portato i saluti del Sindaco Filippo Mario Stirati con un omaggio dell’Amministrazione Comunale.

La dottoressa Marinangeli ha sottolineato “le iniziative di qualità del polo liceale per
dare delle opportunità agli studenti con un’attenzione particolare allo sviluppo dell’indirizzo Scientifico-Sportivo che in questi anni è diventato un punto di riferimento”. L’assessore Damiani ha rimarcato “lo spessore dell’appuntamento con la possibilità di conoscere un campione come Peruzzi”. L’ex portiere, omaggiato dall’A.S. Gubbio e dalla Scuola Calcio Fontanelle-Branca, ha tenuto l’annunciata Lectio Magistralis su “I valori dello sport da trasmettere alle nuove generazioni per incoraggiare i sogni e non le illusioni”.

Con il giornalista Massimo Boccucci, collaboratore dell’istituto per i corsi di comunicazione, a fare da moderatore, Peruzzi ha ricordato i suoi inizi e il lungo percorso umano e professionale che l’ha portato ai massimi livelli, rivolgendo un apprezzamento a Gubbio nel ricordare una sua presenza al Barbetti quando la squadra di calcio militava in Serie B e lui stava nello staff dell’Under 21. “Ho due figli – ha raccontato Peruzzi -, uno fa il portiere e ha 15 anni. Quando rientra a casa non gli chiedo il risultato, bensì se si è divertito. Penso ai giovani che praticano lo sport e che devono pensare soprattutto a divertirsi, sognando anche di poter diventare dei campioni ma intanto divertendosi”. Tra le domande, l’attenzione è stata rivolta anche alle regole e al concetto di sacrificio: “La vita è fatta di regole e sono essenziali anche nello sport. Senza regole non si va da nessuna parte, io alla Lazio ho voluto un codice comportamentale per i calciatori. Il sacrificio? Ricordo che a 13 anni giocavo nel campetto sotto casa e passando alla Roma, in tutt’altra dimensione rispetto al mio paese di pochi abitanti, venni inserito in un pensionato con altri ragazzi più grandi di me. Il responsabile mi disse che dovevo prendere due autobus di linea per andare a scuola e il pomeriggio altri due per andare a Trigoria ad allenarmi, oltre a dover fare un chilometro a piedi. Chiamai mio padre chiedendogli di venirmi a prendere. All’inizio piangevo sempre. Poi ho capito che se volevo fare qualcosa dovevo essere disposto ai sacrifici”. Peruzzi ha ricordato le sue esperienze e vittorie, ha fatto riferimento al suo ruolo dirigenziale nella Lazio e alla necessità che l’Italia si riorganizzi dopo l’esclusione dal Mondiale guardando a modelli stranieri che funzionano e recuperando al meglio tutte le proprie potenzialità.

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