Macroregione, in campo anche l’Anci

PERUGIA – “Piccole non è più bello”. Questo il messaggio lanciato dal summit di Anci giovani di Umbria, Toscana e Marche, riniti a Palazzo Cesaroni per una conferenza dopo l’incontro dei presidenti delle Regioni. Tommaso Bori (Umbria), Federico Scaramucci (Marche) e Giacomo Mangoni (Toscana). Dal loro incontro un chiarissimo messaggio che va nella direzione di una esclusione categorica di una fusione a freddo ma non di una unione graduale che nasca per “fare meglio e di più, insieme”. Infatti le tre regioni insieme rappresenterebbero una realtà con sei milioni di abitanti, 260 comuni e il 12 per cento del Pil italiano.

Apertura alla macroregione anche dai vertici Anci dei tre comuni. In una nota congiunta i presidenti dell’associazioni dei comuni di Toscana, Marche e Umbria Matteo Biffoni, Maurizio Mangialardi e Francesco De Rebotti parlano di “macroregione dell’Italia centrale” come di una “realtà che si può concretizzare partendo dalla collaborazione tra sindaci, per valorizzare i territori e offrire ai cittadini servizi sempre migliori contenendo i costi. La riflessione che hanno aperto nelle settimane scorse i governatori Enrico Rossi, Luca Ceriscioli e Catiuscia Marini per la fusione tra le tre regioni dell’Italia Centrale – continuano i tre presidenti – vede coinvolti in prima linea i sindaci, per approfondire un percorso frutto di sinergie che permettano di sviluppare la comunanza di cultura, vocazione imprenditoriale, caratteristiche paesaggistiche, per creare un ente strutturato e in grado di massimizzare gli investimenti sui territorio”. Biffoni, Mangialardi e De Rebotti ricordano che Anci Toscana, Anci Umbria e Anci Marche “hanno già avviato un confronto sul tema e entro l’anno a Roma, presso Anci nazionale, si terrà il primo incontro operativo per lavorare in questa direzione. Lo scopo è quello di creare sinergie sempre più stringenti tra le Associazioni dei Comuni presenti sui territori”.

 

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