Nocera Umbra, l’allarme di Pd e Psi per i “precari del terremoto”
NOCERA UMBRA – I precari del terremoto restano un problema aperto nel già travagliato mondo del lavoro umbro. Trenta persone circa che, fino a dicembre, resteranno in servizio nei rispettivi comuni, poi nessuna certezza. Attualmente questa forza lavoro, assunta per far fronte all’emergenza terremoto e poi rimasta in forza agli enti, si concentra prevalentemente a Nocera Umbra, con 26 unità. Ce n’è uno a Vallo di Nera e un part time a Monte Santa Maria Tiberina.
Per risolvere questo problema il Pd e il Psi di Nocera Umbra e Valtopina hanno redatto un ordine del giorno indirizzato a tutti i parlamentari eletti in Umbria, ai consiglieri regionali, agli assessori regionali, alle presidenti di Giunta regionale e Assemblea legislativa, ai sindacati e ai segretari di Pd e Psi. Nel documento si chiede alle istituzioni e ai sindacati “un impegno concreto per risolvere la situazione e trovare una prospettiva futura al personale a tempo determinato assunto in seguito al sisma del 26.09.1997 ed attualmente in servizio presso alcuni comuni. Si chiede anche l’apertura del tavolo promesso ai precari lo scorso anno, invitando allo stesso i sindaci ed i Segretari del Partito democratico e del Partito socialista dei Comuni interessati, affinché il problema possa essere esaminato da esperti del settore per approfondire e capire quali siano le soluzioni migliori per risolvere la situazione. La stessa modalità usata con altri tavoli riguardanti il personale della Provincia e delle ex Comunità Montane”.
Pd e Psi considerano poi che per i suddetti dipendenti si profila un futuro con scarse prospettive. “I lavoratori – dicono – oramai in servizio da oltre dieci anni, hanno perduto in tale periodo tutte le loro opportunità di avere altri lavori e nella attuale situazione non potranno facilmente ricollocarsi. I precari assunti dalla Regione dell’Umbria ed altri hanno tutti trovato una sistemazione nella Pubblica Amministrazione e pertanto gli interessati, pur capendo le attuali difficoltà derivanti dalle ultime leggi di riforma emanate dallo Stato Italiano, per quanto riguarda le Provincie ed altre riforme della Pubblica Amministrazione in generale, non capiscono la disparità di trattamento a loro riservata”.