“Pensare oltre le cose”

Non un semplice slogan, ma una filosofia di vita e di comportamenti concreti. Conad “cambia” il modo di fare “business”. E’ la risposta del colosso della grande distribuzione a questo cambiamento uocale. Attenzione quindi, non solo agli aspetti “tecnici” (selezione del prodotto e radicamento con il territorio), ma osservazione dei comportamenti virtuali o tangibili (sul web o tramite carte di fidelizzazione) mettendo al centro le esigenze delle persone e i bisogni che ciascuno esprime, per trovare la giusta ”offerta”. “Ascoltare” e non solo “sentire” il consumatore, sarà l’”ingrediente” fondamentale per il futuro della grande distribuzione. Musica, social, medium e marketing si sono “mescolati” durante la tavola rotonda organizzata da Conad in collaborazione con Fondazione Umbria Jazz su, “Come cambiano i luoghi comuni”, lo spazio pubblico tra reale e virtuale” che si è svolta nella splendida cornice di sala Podiani della Galleria Nazionale dell’Umbria coordinata dal giornalista e scrittore Gianni Riotta. Una riflessione “attenta” sulla piazza e sui luoghi di comunità, sinonimi di democrazia e vita comune, mettendo a confronto tre esperienze “di piazza” come Umbria Jazz, Repubblica delle Idee e il Grande Viaggio di Conad coadiuvata dal sociologo Aldo Bonomi. “I luoghi comuni – ha precisato Gianni Riotta aprendo i lavori – sono sempre più a metà tra mondo virtuale e mondo reale. Sui social, non vi è più il gap tra i “diversamente giovani” e le nuove generazioni e oggi, cercheremo di capire questo intreccio tra luogo condiviso “online” e “offline”.” Aldo Bonomi è arrivato al punto attraverso l’analisi non tanto del salto di paradigma tecnologico, quanto di quello socio economico, nel senso che, nel ‘900 non c’era da fare un dibattito sullo spazio pubblico, perché era dato, era quello spazio che stava in mezzo tra il conflitto capitale-lavoro (si chiamava (statualità) e i soggetti di mediazione o di conflitto erano luoghi di spazio pubblico codificati (forze sociali, lega cooperative) entro i quali discendeva una costruzione della società. Negli ultimi anni i luoghi “chiusi” e più “protetti”, oppure “virtuali” hanno occupato il posto degli eventi culturali e di aggregazione sociale capaci di creare comunità, facendo crescere un “deficit di futuro” cui, però, si contrappone il crescente bisogno di occasioni e luoghi di comunità, di stare insieme e di condividere. “L’edicola – ha spiegato il giornalista Michele Smargiassi – è il punto d’incontro tra i giornali e i loro lettori. Il giornale non ha “elettori”, ma “lettori” eppure, tutte le mattine con un euro e cinquanta, gli italiani “votano” il proprio giornale. C’è una base di comunità fra i giornali e i loro lettori. Dal 1976 (anno in cui nasce Repubblica) le cose cambiano e, i lettori diventano e-lettori, non si ritrova più il “rito” dell’acquisto e il lettore del giornale non è più distinguibile dal cittadino che si è connesso. Abbiamo quindi pensato di trovare un altro modo di arrivare a loro, rompendo la “membrana” e portando i giornali in piazza creando “Repubblica delle Idee”. Il critico musicale Marco Molendini ha posto l’accento su quanto, l’avvento del digitale nella musica, abbia condotto gli artisti a tornare in piazza. “Un corto circuito tra progresso tecnologico e musica – ha precisato – non è mai stata ascoltata quanto oggi (il 70% del prodotto è live). Umbria jazz invece, è nata per caso. Erano state appena create le Regioni, c’era un budget da spendere e, un assessore si ritrovò sul tavolo il progetto di un festival jazz itinerante, nacque così Umbria Jazz cambiando così il costume della musica.” “Si è parlato di “comunità” e di “spazio pubblico” e di come si siano modificati. Lo spazio pubblico è qualcosa di vivo che si modifica nel tempo in funzione delle persone – ha dichiarato l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese – occorre riuscire ad interpretare al meglio quello che sta accadendo e creare la comunità dal basso con caratteristiche di inclusione e non di esclusione”. Una cosa è certa, la nostra vita e i nostri dati viaggiano attraverso il web: chi governa gli strumenti per acquisire informazioni “utili” e “sensibili” come i big data governerà la società.”

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