Perugia, diocesi in lutto per la morte di monsignor Antero Alunni Gradini, martedì i funerali

PERUGIA – La diocesi in lutto per la morte di monsignor Antero Alunni Gradini, sacerdote diocesano di Perugia-Città della Pieve conosciuto in tutta l’Umbria per la sua infaticabile opera pastorale a sostegno delle Missioni della Chiesa cattolica in diversi Paesi poveri del mondo. Aveva 91 anni è si è spento ieri poco dopo mezzogiorno dopo un periodo di malattia. Per più di sessanta anni ha guidato la parrocchia perugina di Santa Maria Assunta in Casaglia ed è stato per lungo tempo direttore diocesano e regionale dell’Ufficio missionario e la cooperazione tra le Chiese e membro del Consiglio nazionale per le missioni. A numerose generazioni di giovani ha trasmesso “il fuoco della missione” contribuendo alla loro crescita umana e spirituale.

Appresa la triste notizia, il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti si è raccolto in preghiera e ha espresso il suo cordoglio ai familiari di mons. Alunni Gradini e alla comunità parrocchiale di Casaglia, alla quale il sacerdote è stato fino all’ultimo molto legato. Nella chiesa di Santa Maria Da oggi e fino a martedì alle 12.30 è allestita la camera ardente con veglie di preghiere animate da gruppi di parrocchiani e la recita del S. Rosario guidata dal parroco don Calogero Di Leo, successore di mons. Antero.

Il cardinale Bassetti ha disposto che le esequie del sacerdote diocesano si svolgano nella cattedrale di San Lorenzo martedì, alle 15, e presiedute dallo stesso porporato con la partecipazione dei parroci della città.

I confratelli della Prima Zona Pastorale dell’Archidiocesi hanno affidato alle parole del loro vicario episcopale, mons. Saulo Scarabattoli, il ricordo di monsignor Antero: “Dice un canto che quando ognuno di noi si presenterà a bussare alla porta del Paradiso, porterà con sé “ceste di dolore e grappoli d’amore”. Se poi è una persona molto anziana, quanto sarà grande questo “cesto”, e quanto ricco questo “grappolo”! Se poi questa persona è un prete, parroco da tanti anni in mezzo alla sua gente, solo il Signore potrà misurare dolore e amore…”. Monsignor Scarabattoli, ricordando la figura di don Antero, osserva che “nel suo lungo ministero di prete, ha condiviso il suo servizio anche con gli altri preti della città. E come parroci della città, allora, ci uniamo alla preghiera di tutta la comunità per ringraziare e invocare. Anche negli ultimi anni di vita, quando diventava sempre più faticoso il partecipare alle nostre riunioni, lui cercava di non mancare mai. E pure essendo, ovviamente, il più anziano, e quindi il più “esperto” nelle questioni della pastorale, non faceva difficoltà ad ascoltare anche noi parroci – all’epoca! – più giovani. E come responsabile delle missioni (così si dice), le sue sottolineature e le sue sollecitazioni erano sempre intense e puntuali. Parlare delle missioni, per lui, era aiutarci ad allargare lo sguardo e il cuore alle dimensioni del mondo. Grazie, allora, fratello prete anziano: adesso che sei nella casa del Padre, non dimenticare la tua parrocchia, e nemmeno le altre parrocchie della tua città di Perugia”.

Ad offrire un commosso ricordo di monsignor Antero in ambito missionario è Anna Maria Federico, che per lunghi anni l’ha coadiuvato nella sua opera. “Dal movimento missionario giovanile animato da don Antero, del quale ho fatto parte anch’io – racconta Anna Maria Federico –, sono sorti dei frutti: due vocazioni alla vita consacrata e varie alla vita matrimoniale ed ognuna, secondo le proprie possibilità, ha continuato a svolgere un servizio di animazione parrocchiale e alle opere missionarie. In tutti questi anni ci siamo sempre confrontati con don Antero e impegnati nella varie iniziative da portare avanti con il reciproco desiderio di trasmettere l’ansia missionaria che avevamo ricevuto in dono”.

“Nel lungo cammino di questi quasi quaranta anni di amicizia – prosegue Anna Maria Federico –,  la figura unica ed irripetibile del nostro carissimo don Antero, mi ha invitato sempre a non mollare…, a far sì che la missione continui ad essere viva nella nostra realtà locale. E lui, anche se negli ultimi tre anni aveva lasciato gli incarichi di responsabilità a livello diocesano e regionale, aveva sempre nel cuore e nella mente quell’ansia missionaria che porta a vivere l’animazione come una esigenza di vita. Ecco che il fuoco della missione che i sacerdoti, i consacrati e noi laici abbiamo ricevuto in dono dal Signore e che don Antero ci ha sempre invitato a far crescere, non può né deve estinguersi, ma deve ancor di più rafforzarsi anche in ricordo di un inimitabile missionario come il nostro caro direttore”.

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