Perugia, l’Asad presenta il bilancio: “Così rispondiamo alla crisi”

PERUGIA – La cooperativa sociale Asad si accinge a compiere 40 anni e questa mattina ha presentato a Palazzo Donini il bilancio sociale 2014, alla presenza del consigliere regionale Andrea Smacchi, dell’assessore al Sociale del Comune di Perugia, Edi Cicchi, e del presidente delle Cooperative umbre Dino Ricci. Il bilancio presentato non raggiunge l’obiettivo del risultato positivo ma invece racconta di una cooperativa che ha visto conseguiti tutti gli altri obiettivi: “la continuità occupazionale dei soci, la correttezza nei rapporti di lavoro, la valorizzazione delle risorse umane, il rispetto dei bisogni dell’utenza, la qualità dei servizi e il rafforzamento dei legami col territorio”.

Ringraziamenti per l’operato della cooperativa dall’assessore Cicchi: “Presentare il bilancio sociale è mettersi a nudo nei risultati e negli obiettivi raggiunti o meno. Per andare avanti è fondamentale un patto generazionale – ha detto – e la dimensione cooperativa sancisce questo patto generazionale”. “La cooperazione è una risorsa per l’Umbria e cooperative come l’Asad, che si appresta a festeggiare i 40 anni di storia, sono simbolo di buona pratica nel welfare, dove hanno creato occupazione fornendo servizi”, ha ricordato il consigliere regionale.

La presidente della cooperativa ha parlato di una pagina che si sta chiudendo per quanto riguarda le difficoltà economiche. Alla situazione difficile però si è fatto fronte con la creatività dei soci nella riduzione dei costi, che non hanno però toccato il personale: “quelli non devono essere considerati costi”, ha detto. “Abbiamo penalizzato altro ma non il rapporto con i soci”. Quindi un cenno alle parole pronunciate in consiglio regionale, che hanno paragonato le cooperative ad una nuova forma di caporalato: “Non siamo così, non siamo quello che un consigliere ha voluto rappresentare”, ha ribattuto la Cicchi.

La linea è quella di affrontare di petto tutte le difficoltà dovute alla crisi economica: “Da tutto ciò emerge forte la resistenza che il mondo delle cooperative sta mettendo in atto da tempo..noi – si legge nella relazione – amiamo definirla resilienza e cioè resistere in maniera positiva cercando di non farsi travolgere dai cambiamenti ma cercando di essere soggetto attivo del cambiamento stesso, contribuendo a costruire un nuovo paradigma di sviluppo in cui “la promozione umana” coincida con la riduzione delle disuguaglianze, lotta alle nuove povertà, contrasto all’esclusione sociale, costruzione di benessere e giustizia sociale, dove il mondo della cooperazione venga inteso come impresa che sa coniugare aspetti economici con aspetti sociali”.

 

 

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