Primi avvisi di garanzia per la ricostruzione post terremoto

L’ennesimo scandalo giudiziario legato alla ricostruzione post terremoto in Umbria sta per esplodere. È quanto emerge da un’indagine condotta dalla Procura di Napoli che ha già inviato i primi avvisi di garanzia per alcune società laziali e campane. Il capo d’accusa è associazione per delinquere, illecita intermediazione e sfruttamento del lavoro, falso ideologico e materiale, inadempimento e frode nelle pubbliche forniture, false fatturazioni. Si indaga anche per dei contatti intrattenuti con alcuni dirigenti della Protezione civile. Secondo quanto riportato dalla rivista Panorama, le indagini che il pubblico ministero Ida Frongillo sta portando avanti per reati contro la pubblica amministrazione interesserebbero imprese che impiegavano personale per la costruzione di piattaforme per i moduli abitativi Sae (soluzioni abitative d’emergenza) nelle zone colpite dal sisma. Dodici i cantieri ispezionati, quattro le persone raggiunte da avvisi di garanzia. Sarebbero oltre sessanta gli operai edili interrogati dai carabinieri che risulterebbero sottopagati, privati vitto sufficiente e di alloggi idonei, esposti a situazioni di grave pericolo per la loro incolumità. E senza un contratto. I manovali che lavorano nei cantieri a Cascia, Preci e Norcia, dai primi di agosto, sono stati regolarizzati soltanto pochi giorni fa. Il pubblico ministero Frongillo nell’informazione di garanzia scrive: «Con riferimento ai lavori, l’associazione per delinquere, avvalendosi della copertura di contratti di subappalto e affidamento ad imprese fittizie e in ogni caso del tutto prive dei requisiti economici e tecnici, procede con manodopera reclutata nelle zone di Napoli e provincia in gran parte assunta a nero e destinata al lavoro in condizioni di sfruttamento». Gli operai «schiavizzati e impreparati» sono stati pedinati dai luoghi di partenza (Napoli e Quarto, comune dell’hinterland flegreo) fino alle aree di lavoro in Umbria. In alcuni casi i cantieri erano già stati oggetto di ispezioni da parte di tecnici delle Asl territoriali ai quali, stando a quanto accertato dai carabinieri, erano stati presentati certificati ISO 9000 e SOA realizzati da studi di consulenza, come la Slab Italia Sri di Castellammare di Stabia, finiti ora sotto indagine. Alcuni imprenditori, che ad avviso degli inquirenti avrebbero dato vita a una associazione per delinquere, avrebbero avuto contatti sospetti anche con alti funzionari della Protezione civile nazionale. A rivelarlo sarebbero le intercettazioni in possesso del Nucleo antisofisticazioni dell’’Arma. L’inchiesta è alle fase finali e presto potrebbe dividersi in almeno tre filoni, uno dei quali potrebbe interessare la Dda: l’ombra dei Casalesi sull’affare terremoto è più che un timore. E in tutto ciò, gran parte della popolazione colpita dal terremoto del Centro Italia, dovrà trascorrere un altro inverno negli alberghi e nelle abitazioni provvisorie. Le casette di legno, promesse da oltre un anno, sono un privilegio per pochi. Come rivela la Protezione civile, solo un terzo dei prefabbricati richiesti è stato consegnato. In Umbria, su un fabbisogno di 783 casette per tre Comuni (Norcia, Preci e Cascia) ne sono state consegnate soltanto 210.

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