Provincia di Terni, stato d’agitazione delle rsu: “Ancora nessuna riorganizzazione”

TERNI – Ritardi nell’approvazione della riorganizzazione della “nuova Provincia” e per la gestione delle attività rimaste di competenza dell’Ente.

A scrivere la nota indirizzata direttamente al presidente della provincia, Giampiero Lattanzi, è la rsu della Provincia di Terni, tramite il portavoce, Matteo Stoico.

“La riorganizzazione – scrive l’rsu – è un atto importantissimo per iniziare il nuovo percorso che dovrà caratterizzare il ruolo e le funzioni del nuovo ente di Area Vasta nel sistema delle autonomie locali, al fine di garantire servizi efficaci ai cittadini, recuperando e riorganizzando le professionalità presenti nel nostro Ente, anche in considerazione del disagio e delle difficoltà che hanno caratterizzato la fase di transizione tra il vecchio e il nuovo ruolo della Provincia.

Ad un mese dal 1/1/2017, data fissata per l’entrata in vigore della nuova organizzazione, i dirigenti non hanno ancora comunicato le proprie proposte organizzative e pertanto non è iniziata la trattativa ed il confronto sulla problematica e sul finanziamento dei relativi istituti contrattuali con essa connessi, all’interno del Fondo del salario accessorio.

Pur se la norma assegna ai dirigenti le scelte organizzative, queste non possono essere unilaterali, ma devono confrontarsi obbligatoriamente con i lavoratori e le organizzazioni sindacali sia dal punto di vista strettamente organizzativo e di gestione dei servizi da erogare all’utenza, sia in merito alle modalità di ripartizione delle risorse finanziarie che, nei limiti imposti dalla normativa nazionale, sono destinati al finanziamento delle strutture.

Ancora una volta, si rischia di riproporre la situazione che ha caratterizzato la strategia dell’Ente negli ultimi anni e cioè arrivare a proporre le ipotesi di accordo in tempi tali da non consentire alle OO.SS ed alla RSU di procedere alla corretta informazione dei dipendenti, acquisendone il parere anche al fine di proporre eventuali modifiche,  atte magari a migliorare le scelte organizzative prospettate”.

La rsu inoltre è preoccupata dal percorso che l’Ente sta effettuando per giungere all’ipotesi di nuova organizzazione. Sembrerebbe infatti si stia definendo il nuovo modello senza alcun criterio predefinito in ordine alle caratteristiche funzionali ( Entità numerica del personale e/o complessità , e/o budget, e/o carichi di lavoro) che dovrebbero invece caratterizzare le strutture organizzative denominate “Servizi” ed al loro interno quelle denominate “ Uffici complessi” o “ Uffici semplici”.

L’assenza di elementi e criteri predeterminati, lasciando le scelte alla mera discrezionalità dei dirigenti, potrebbe determinare pesanti differenze organizzative tra le tre aree individuate dalla parte politica, che ricadrebbero sui dipendenti a causa di ingiustificate differenze di attribuzioni di carichi di lavoro e di responsabilità, a fronte dell’assegnazione di un’ identica struttura organizzativa (Servizio ed Ufficio).

E’ forte quindi, detto quanto sopra esposto, il bisogno di effettuare al più presto chiarezza e di condividere percorsi che non possono prescindere dal pieno coinvolgimento della rsu e delle organizzazioni sindacali di rappresentanza dei lavoratori”.

La rsu lancia un ultimatum: “Se entro sette giorni dalla data della presente, non verranno comunicate alla rsu ed alle organizzazioni sindacali la nuova ipotesi organizzativa delle Aree, la consistenza del Fondo incentivante per gli anni 2016 e 2017 e l’ipotesi della sua ripartizione e non inizieranno le trattative per la definizione della conseguente ipotesi di accordo, la RSU convocherà l’Assemblea Generale del Personale per proclamare lo stato di agitazione del personale insieme al quale verranno individuate le opportune forme di contrasto all’inerzia dell’Ente”.

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