Sciopero nazionale edilizia. Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil: “In piazza porteremo le questioni nazionali e regionali”

PERUGIA –  Alla presentazione delle motivazioni che hanno spinto i lavoratori umbri del settore dell’edilizia ad aderire allo sciopero nazionale per il rinnovo del contratto bloccato da 18 mesi e indetto per il prossimo 18 dicembre, Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil hanno aggiunto le questioni più strettamente regionali come la vertenza che riguarda la Val di Chienti – Quadrilatero, e poi temi legati alla manutenzione del territorio e della ricostruzione post sisma. Di questo si è trattato nel corso della conferenza stampa di questa mattina, 13 dicembre, che si è tenuta a Perugia, nella quale a prendere la parola sono stati Federico Biagioli, segretario organizzativo Feneal Uil Umbria, Tino Tosti, segretario generale regionale Filca Cisl Umbria, e Augusto Paolucci, segretario generale regionale Fillea Cgil Umbria.

“Le manifestazioni per il rinnovo del contratto saranno sei in tutta Italia – hanno spiegato i segretari – e noi saremo presenti a quella romana, dove scenderemo in piazza per chiedere aumenti salariali, difesa degli enti bilaterali, creazione di un fondo sanitario, maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro, rafforzamento della previdenza complementare e fondo integrativo per il pensionamento anticipato”.

Riguardo alle questioni regionali, Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil hanno posto l’accento sulla vertenza Val di Chienti – Quadrilatero e chiesto alla Regione l’apertura di un tavolo dedicato. “E’ necessario sbloccare la questione a monte: la vertenza in essere ha bloccato il pagamento da parte della Val di Chienti ad alcune imprese umbre esecutrici dei lavori e ciò sta causando i mancati pagamenti degli stipendi dei lavoratori. Per questo, sarebbe opportuno che tutti i soggetti interessati, anche grazie all’impegno delle istituzioni, si confrontassero e trovassero tutti insieme una soluzione”.

Descrivendo l’edilizia come termometro dell’economia e indicatore della crisi, Biagioli, Tosti e Paolucci hanno sottolineato quando sia necessario continuare a impegnarsi affinché il modello del Durc con congruità -patrimonio di legalità, sicurezza e trasparenza nella ricostruzione umbra del ’97- venga fatto proprio senza distinzioni da tutte le regioni del cratere e interessate nell’attuale ricostruzione post sisma.

Altra priorità per i sindacati rimane quella di “ridare respiro all’edilizia anche attraverso lavori pubblici e maggiore impegno di cura del territorio, evitando forme di dumping contrattuale e favorendo un lavoro sicuro e di qualità. Permettere di lavorare alla salvaguardia e alla messa in sicurezza di edifici pubblici, come potrebbero essere gli edifici scolastici –hanno concluso-, oltre ad essere un investimento per le future generazioni, potrebbe rappresentare un importante apporto per uscire dalla crisi. Questo investendo concretamente in un settore che già contribuisce per un 5,3 per cento al Pil regionale e che occupa circa 15 mila lavoratori diretti, circa 50 mila se si considera in senso lato il settore delle costruzioni”.

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