Servizi socio-assistenziali per adulti, via libera al regolamento

Via libera dalla Terza commissione del consiglio regionale alla proposta di regolamento di iniziativa della giunta dal titolo “Disciplina in materia di autorizzazione al funzionamento dei servizi socio-assistenziali a carattere residenziale per le persone adulte in situazione di disagio e marginalità sociale”.

Si tratta di un regolamento che consente di dare piena applicazione alla legge ’26/2009′ (Sistema integrato di interventi e servizi sociali) definendo le strutture di accoglienza sociale rivolte a persone adulte, anche con figli a carico, che vengono a trovarsi in situazioni di disagio e marginalità sociale. Previste le Comunità di accoglienza sociale, che sono residenze a bassa intensità assistenziale e con bassa complessità organizzativa, e le Strutture di pronta accoglienza, strutture residenziali caratterizzate da elevata flessibilità organizzativa atte a soddisfare, in modo immediato e temporaneo, i bisogni primari di soggetti adulti privi del supporto di una rete familiare adeguata, anche con figli minori al seguito, mentre non è previsto che possano essere accolti minori se non accompagnati da adulti.

In queste ultime strutture la durata della permanenza non dovrà essere superiore a 90 giorni salvo che non sia previsto un periodo più lungo, sulla base di accordi istituzionali, per consentire il completamento del percorso di recupero sociale, prevedendo anche l’inserimento del soggetto nella comunità di accoglienza sociale.

L’intervento della Commissione riguarda il personale operante nelle strutture e i requisiti tecnici richiesti: dovrà essere indicato un responsabile della struttura anziché un semplice coordinatore (come da proposta giuntale), e si richiede alla giunta di valutare in che modo favorire l’inserimento fra gli operatori anche di giovani alla prima esperienza, osservazione formulata dal consigliere Rocco Valentino (FI) sulla proposta di regolamento che invece prevede almeno due anni di esperienza sul campo.

Infine, raccogliendo le richieste fatte in audizione da Caritas e cooperative sociali che gestiscono piccole strutture come, ad esempio, le case-famiglia, la Commissione ha chiesto che i requisiti strutturali di riferimento siano quelli per le civili abitazioni, anche in riferimento alle normative sulla sicurezza, per non precludere con una normativa troppo stringente la possibilità di continuare ad operare meritoriamente in favore di chi ha bisogno di un tetto e di un pasto.

 

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