Spoleto, il rilancio della montagna passa dalla fauna selvatica

SPOLETO – Il saggio – progetto di Bernardino Ragni “Wildlife Economy – Nuovo Paleolitico”, dopo l’anteprima di Expo 2015, è stato presentato a Spoleto, nella cornice della sala conferenze di Palazzo Leti Sansi, sede della Bonifica Umbra. Presenti il professore di Economia dell’Università di perugia Antonio Boggia e dall’autore Ragni. Insieme al libro è stato presentato anche il progetto “Wildlife Economy Montagna Spoletana”, una sorta di proposta applicativa del saggio.

“Wildlife Economy – ha detto Ragni – significa trarre beni,  servizi e reddito dalla fauna selvatica. Perché se vogliamo salvarla dobbiamo farla diventare una risorsa economica, sia pure con cautela. E ci sono due  strade principali per farlo, entrambe percorribili: catturando l’animale selvatico  nel suo ambiente per un consumo di tipo alimentare, o utilizzandolo a scopo didattico, di  osservazione naturalistica”.

“Wildlife Economy alias Nuovo Paleolitico alias Paleolitico 2.0 – spiega Ragni – è una Filosofia-Progetto che letteralmente significa ‘economia basata su quella parte di fauna selvatica tecnicamente gestibile, analogamente a quanto Homo sapiens faceva prima che inventasse l’agricoltura, in chiave moderna sostenibile’, applicabile in Umbria, in Italia e i qualsiasi altro luogo del Pianeta con terra, erba, alberi”.

“Applicare questo tipo di economia nel territorio di Spoleto, ricco di boschi e di risorse naturali, – ha detto Ragni – potrebbe generare reddito e occupazione coinvolgendo anche i Comuni limitrofi, per esempio quelli il cui territorio comprende la sponda destra del Fiume Nera. La prima Fase Sperimentale della Wildlife Economy Montagna Spoletana consiste nel realizzare su tutta l’area, oltre all’abbattimento a scopo alimentare e conseguenti trattamento e vendita a norma di legge e all’abbattimento venatorio a pagamento, visite-escursioni-stage di campo a pagamento tramite applicazione di metodo naturalistico con osservazione-ascolto delle diverse specie faunistiche”.

Al convegno-dibattito sono intervenuti Giuliano Nalli (Presidente del Consorzio Bonificazione Umbra e Presidente di ANBI Umbria) che ha sottolineato l’importanza della visione di cui si fa portatore il saggio di Bernardino Ragni per la gestione del territorio e Vincenza Campagnani (Assessore Ambiente Comune di Spoleto) che ha affermato come il progetto Wildlife Economy sia stato inserito nel programma dell’amministrazione comunale (nel quadro del dossier Spoleto capitale italiana della cultura 2017). “E’ un percorso che di fatto l’amministrazione comunale ha già avviato – ha detto – con realizzazioni come la Green way lungo il Fiume Marroggia, ma che allargandosi può dare ulteriori prospettive di lavoro in un territorio che risente di una forte crisi industriale, agganciandosi anche a strumenti di finanziamento regionali ed europei”.

Nel pubblico, c’erano, tra gli altri, gli assessori comunali ai lavori pubblici Angelo Loretoni e all’urbanistica Antonio Cappelletti, il dirigente del settore faunistico della Regione Umberto Sergiacomi, rappresentanti di associazioni di categoria come Confindustria, Associazioni agricoltori, Associazioni ambientaliste (Legambiente, Italia Nostra),  Cai, Fidapa, Albergatori ed altri stakeholder.

Molti e articolati gli interventi, tra cui quello  del consigliere comunale con delega allo sviluppo economico Zefferino Monini, che ha affermato: “L’area di Monteluco con la sua importanza naturalistica e dotazione di strutture è la più adatta a funzionare da centro di documentazione e base per visite ambientali”. Ragni ha aggiunto che Monteluco dovrebbe funzionare come baricentro del  progetto, anche per l’uso alimentare e venatorio della fauna. I lavori sono stati coordinati da Candia Marcucci, direttore CBU e ANBI-Umbria.

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